La mostra di Giovanni Campus (Olbia, 1929) è divisa in due “capitoli” di cui il primo è allogato al Building di Milano, dal 13 settembre al 12 ottobre, mentre il secondo è allestito al MA*GA di Gallarate (VA), dal 22 settembre al 10 novembre.
Il progetto è realizzato a cura di Francesco Tedeschi e si compone di diversi momenti, scanditi dai quattro piani della galleria milanese e nell’ambiente “open space” del museo di Gallarate. Al centro di ciascuno di essi vi è il principio che guida da tempo l’opera dell’artista e che si definisce con la qualificazione di “Tempo in processo”. Fin dagli anni Settanta, infatti, Campus opera sull’unitarietà di allestimenti in cui i singoli elementi si collegano fra di loro, in una continuità da intendersi in senso temporale, prima che spaziale. Il “tempo” è al centro della sua attenzione, come parte di un processo dialettico in cui le forme, le geometrie, le relazioni tra materia e colore rispondono a una logica fondata sul valore del complesso strutturale.
Con “Rapporti, misure, connessioni. 45°28’12.985” N 9°11’30.465” E”, Giovanni Campus elabora negli ambienti di Building un intervento per il piano terra che vede in relazione di continuità alcuni lavori degli ultimi anni Settanta, in cui le tele monocrome sono attraversate da corde che tracciano un percorso aperto e continuo con lavori degli anni recenti.
Al MA*GA di Gallarate, con “Rapporti, misure, connessioni. 45°39’15.416” N 8°47’52.386” E”, Campus ha pensato a un unico progetto che, attraverso un dialogo che si estende dalla continuità della parete allo spazio intero, mette in gioco forme geometriche distribuite in un rapporto tra immagine e sviluppo, teso a sottolineare, anche in questo caso, la continuità di una logica creativa unitaria, che comprende lavori degli anni Ottanta e altri di più recente elaborazione. Le diverse serie, tra affermazioni, pause e riflessioni, combinano lavori grafico- pittorici con materiali plastici, dialogando con le caratteristiche dello spazio, ma imponendosi a esso con la forza dialogante delle forme. In questo intervento, che offre un taglio originale della concezione dell’opera come frutto di una rielaborazione che nasce in rapporto allo spazio e al carattere dell’ambiente in cui agisce, Campus offre al massimo grado il carattere della sua concezione di un equilibrio che scaturisce dal legame tra le forme interne ed esterne al singolo lavoro, misurandosi con la tradizione dell’arte “costruttiva” della quale è da decenni protagonista.