Arborea. Riflessioni sull’abitare il mondo


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A Seravezza (LU), nelle Scuderie Granducali del Palazzo Mediceo, fino al 18 agosto è aperta la mostra di dipinti di Costantino Paolicchi (Firenze, 1948) intitolata “Arborea. Riflessioni sull’abitare il mondo”, realizzata a cura di Nicola Micieli, che affianca Mimmo Biribicchi (Groppoli di Mulazzo, MS, 1947) con le sue sculture.

Costantino Paolicchi-Il grande faggio, 2019, acrilico e mestica sintetica su tavola, cm 63×106

Si tratta di un percorso espositivo dedicato al mondo della natura, in particolare agli alberi, che coniuga efficacemente pittura e scultura, senza mai perdere di vista visionarietà, poesia e creatività. La rassegna intende, infatti, unire l’arte con una poetica riflessione indirizzata alla valorizzazione, all’interpretazione del mondo naturale e all’inderogabile necessità di conoscere e rispettare la natura e il bosco. L’interesse degli artisti va oltre la mera osservazione e riproduzione della natura e sfocia in stimolanti “Riflessioni sull’abitare il mondo”, come ci ricorda il sottotitolo della mostra.

È qui esposto un nucleo di circa quaranta dipinti di Costantino Paolicchi dedicati agli alberi, che mettono in luce l’eterno rapporto tra uomo e natura attraverso le opere e le riflessioni dell’artista che sa ben esprimere lo stupore che si prova di fronte alla bellezza della natura. Infatti per Paolicchi gli alberi sono creature sensibili e dotate di una loro intelligenza, portatrici ognuna di un’identità, una memoria; in grado di raccontare, a chi abbia voglia e capacità di ascoltarli, storie meravigliose. Sono qui riunite opere recenti che sono il frutto di un lungo lavoro iniziato più di venticinque anni fa: un importante percorso alla ricerca di un proprio linguaggio e di una complessa poetica del paesaggio rivolti ad una nuova antropologia della natura, che Paolicchi ha saputo condurre con determinazione.

Completa l’esposizione un nucleo di una quindicina di sculture, Mimmo Biribicchi le cui opere nascono dall’interpretazione e dalla valorizzazione di pietre naturali e di resti di vecchi tronchi e radici modellati e levigati dal tempo e dalle piene del fiume Magra, intervenendo con rispetto e  sensibilità.

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