Fino al 25 agosto nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale di Genova è allestita la mostra “Alla conquista della luce”, composta da 25 opere scultoree e una quindicina di bronzi di Pablo Atchugarry (Montevideo, 1954).
Il percorso inizia da “La danza della vita”, imponente opera, che accoglie i visitatori nell’atrio a piano terra del Palazzo Ducale denunciando la filosofia di Pablo Atchugarry: si tratta di un albero d’ulivo, disseccato, scavato e interrogato per farlo rivivere come opera d’arte, per elevare i contorcimenti e gli sviluppi radicolari a sublime narrazione e rivelarne l’anima ovvero quella realtà custodita nel suo interno.
La sua conquista dell’astrazione passa attraverso una classicità che rimanda all’antica cultura greco-romana e a successivi agganci barocchi che l’aiutano a proiettare nello spazio misteri assoluti di linee e di forme.
Queste sue forme si nutrono della ritmica rincorsa dei vuoti e dei pieni nel rievocare talora il transito di un dinamico panneggio che assorbe e diffonde la luce. E un simile incanto emerge sia dal candore del marmo di Carrara, sia dal grigio del bardiglio: lo possiamo ammirare nelle opere in rassegna che rinnovano la magia narrativa della pietra. Pari seduzione scaturisce inoltre dai bronzi che sono conquistati e accarezzati da un variabile monocromatismo.
È l’ampio salone del Maggior Consiglio a incrementare e a completare il viaggio alla conquista della luce attraverso seducenti stazioni contemplative. Si tratta infatti di opere che scandiscono gli spazi di questo suggestivo interno, rimodellato nel Settecento in stile neoclassico, fino a toccare l’apice percettivo ed emozionale nel plastico crescendo marmoreo che Atchugarry ha sistemato nella sacralità di un ipotetico altare al termine del percorso. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira introdotto dai testi di Luca Bochicchio, Luciano Caprile e Tiziana Leopizzi.