Fino al 20 ottobre, al PAV Parco Arte Vivente di Torino, è allestita la mostra collettiva “Resistenza/Resilienza”, realizzata a cura di Gaia Bindi e Piero Gilardi che, con i lavori degli artisti Marco Bailone, Gea Casolaro, Michelangelo Consani, Leone Contini, Piero Gilardi, Michele Guido, Ugo La Pietra e Gruppo Wurmkos, propone una riflessione sulla coppia complementare di due obiettivi strategici dei movimenti ecologisti e della loro base sociale.
La resistenza nella sua forte connotazione sociale è, come dice John Holloway, l’espressione di una soggettività ribelle che a partire dal ’68 e dalle sue istanze rivoluzionarie, si è via via accresciuta in tutti i continenti.
La resilienza a partire dai primi anni 2000 è diventato l’altro asse strategico fondato sul superamento del concetto ambiguo della sostenibilità e quindi sulla convergenza tra le numerose forme di autonomia e resistenza sociale che operano a livello locale e che spesso sono già collegate tra loro da rapporti di mutua collaborazione.
Il fondamento storico della resilienza si identifica nel fatto che non esiste più una natura autonoma e “selvaggia” poiché, come dice il paesaggista Gilles Clément, oggi la natura è ibrida a causa delle complesse e inestricabili interazioni tra le forze umane e quelle della biosfera.
Gli artisti ambientalisti di oggi si pongono all’interno di questo movimento molecolare di lotta, incrementando con le loro esperienze la delucidazione della crisi ecologica, l’interconnessione delle azioni sociali e l’estensione della presa di coscienza della crisi dell’Antropocene a livello di massa.
L’intento di questa mostra al PAV è di esporre e divulgare l’attività di alcuni artisti italiani, in sintonia con la tematica, attraverso la realizzazione di progetti specifici nelle aree interne ed esterne del centro sperimentale di arte ambientalista.
Così: Marco Bailone che ha dipinto un murales sulle lotte della Valsusa; Gea Casolaroche presenta il video “Prima che la notte duri per sempre” e una rassegna di immagini relative alla sua installazione “Vivaio Eternot” di Casale Monferrato; Michelangelo Consani ha collocato nel parco del PAV la scultura di un daino come resistenza “naturale” dell’arte; Leone Contini ha realizzato un pergolato con la coltivazione di vari tipi di cucurbitacee, i cui frutti caratterizzano gli orti e le mense delle comunità migranti in Italia; Piero Gilardi espone la sua installazione interattiva sul tema della sequoia “Resilience”; Michele Guido da una parte espone le sculture del “Ceiba Project” e dall’altra, nel parco, coltiva un orto per la produzione di semi di specie vegetali rare e antiche; Ugo La Pietra ha collocato nella corte del PAV cinque gazebi con all’interno bonsai e oggetti simbolici dell’ecosofia e in parallelo offre una rassegna grafica delle sue esperienze di ecologia urbana; il gruppo Wurmkos ha realizzato una vigna a “topia” con uno spazio conviviale incorporato sulle pendici della collina del PAV.
La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte, della Città di Torino e della Fondazione Centro Studi Piero Gilardi.