Al Museo Archeologico di Mantova, fino al 6 ottobre Xenia Hausner (Vienna, 1951) si confronta con l’archeologia esponendo le sue opere nella mostra promossa dal MiBAC “Displaced. Storie in movimento”, in un percorso ricco di suggestioni che getta un ponte tra emozioni antiche e contemporanee, presentando gli oggetti archeologici non solo come documenti storici, ma come veri e propri simboli di un vissuto umano.
La storia dell’uomo è una
storia di migrazioni. Da sempre ci spostiamo a caccia di fortuna o di una vita
migliore, a volte spinti dal desiderio d’avventura, da sete di sapere o
dall’irrequietezza, molto più spesso costretti dalla fame o dalla guerra.
Con questa mostra l’arte incontra l’archeologia,
offrendo due punti di vista diversi per osservare questa instabile condizione
umana. Da un lato i dipinti di Xenia Hausner,
istantanee di addii che inquadrano volti e braccia tese di donne e uomini
affacciati al finestrino di un treno in partenza. I colori vividi ma freddi
caricano la scena di un’inquieta angoscia: la nostra memoria collettiva evoca
immagini note degli esodi del Novecento europeo, e per associazione i drammi
contemporanei dei profughi in arrivo. Dall’altro l’archeologia che racconta la
storia del Mantovano, da millenni crocevia di culture diverse, di uomini e
donne in cammino: mercanti in viaggio attraverso l’Europa e il Mediterraneo,
Celti e Longobardi, in cerca di una nuova terra e di un nuovo inizio.