Every single day


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Al Museion di Bolzano approda una personale di Haim Steinbach (Rehovot, Israele, 1944) dopo oltre vent’anni dalla sua ultima esposizione in un museo in Italia e fino al 15 settembre, con la mostra “Every single day”, che raccoglie una selezione di opere degli ultimi trent’anni e comprende scaffali, box, lavori testuali, wall painting e installazioni di grandi dimensioni.

Haim Steinbach, No elephants, 2008 Gefundener Text in mattem Vinyl an die Wand aufgetragen Privatsammlung, Foto Simon Voge

Dalla metà degli anni ’70 la pratica artistica di Haim Steinbach si è concentrata sulla condizione transitoria dell’oggetto e il suo significato nell’arte e nella vita quotidiana. Il suo lavoro è diventato famoso nella metà degli anni ’80 proprio grazie alla presentazione di oggetti, selezionati e allestiti dall’artista su scaffali. I diversi oggetti, acquistati o trovati, sono collocati in base a tipologia, numero e funzione, attivando schemi di differenza, ripetizione e singolarità. Gli oggetti sono svincolati dal loro contesto abituale e accostati ad altri: nel nuovo contesto e nella nuova funzione essi assumono identità imprevedibili. Tra i diversi oggetti sugli scaffali avvengono così incontri inaspettati. Le scarpe da ginnastica, le teiere, i saponi e la maschera di Jason Vorhees nel film Venerdì 13 possono essere paragonati ai rapinatori della citazione di Walter Benjamin.

Per esempio, in questa mostra, Haim Steinbach pone al centro il museo stesso come oggetto espositivo, utilizzando le strutture dell’allestimento e rovesciando la funzione a cui sono abitualmente destinate. La letteratura è un altro punto di riferimento importante per Haim Steinbach. Il wall painting al piano terra di Museion, riadattato per questa mostra, presenta, infatti, una citazione da una poesia di Rainer Maria Rilke, scritta dal poeta nel 1897 durante il suo soggiorno vicino a Bolzano, presso Schloss Englar (Appiano).

Per l’occasione è stato pubblicato un catalogo con un testo di David Joselit, una conversazione con Isabelle Graw, contributi di curatori e curatrici, direttori e direttrici. Nella pubblicazione è riportato anche il capitolo “L’angelo malinconico”, tratto dal libro L’uomo senza contenuto di Giorgio Agamben.

La mostra di Haim Steinbach al Museion è una co-produzione con il Museo Kurhaus Kleve.

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