Dal 18 maggio al 12 agosto, alla Galleria Nazionale di Parma, Complesso Monumentale della Pilotta è esposta la mostra “La fortuna della Scapiliata di Leonardo da Vinci”, che rientra tra quelle ufficiali del Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. Composta da una sequenza di capolavori, a partire da ben 4 opere di Leonardo, è organizzata dal Complesso Monumentale della Pilotta e Fondazione Cariparma e realizzata a cura di Pietro C. Marani e Simone Verde. Accanto a quelle di Leonardo, sono esposte opere di Gherardo Starnina, Bernardino Luini, Hans Holbein, Tintoretto, Giovanni Lanfranco, tutte riunite intorno alla “Scapiliata”, patrimonio del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma.
Nessuna
cuffia, nessuna crocchia o velo intorno al volto, bellissimo ed intenso. Ma
capelli liberi, lunghi, scarmigliati da un vento che irrompe violento in scena.
Lei ha gli occhi rivolti in basso, pudica e quasi solenne. Ma, grazie alla sua
chioma libera e selvaggia, appare intensamente seduttiva. La “Scapiliata” di
Leonardo è forza, libertà, femminilità.
In questa tavoletta Leonardo dipinge esattamente ciò che lui stesso ha
suggerito, a proposito della raffigurazione della chioma della figura
femminile, nel Trattato sulla pittura: “Fa tu adunque alle tue teste gli
capegli scherzare insieme col finto vento intorno agli giovanili volti, e con
diverse revolture graziosamente ornargli”.
Sono quattro
le sezioni in cui si articola la rassegna. La prima include alcune antichità e
i primi passi di una ricerca pittorica rinascimentale che troverà in Leonardo
la sua massima espressione. La seconda, annovera alcuni dipinti e disegni
originali di Leonardo o di ambito fiorentino, precedenti o contemporanei
all’artista, in cui viene trattato il tema dei capelli scomposti, come fiamme
ondeggianti nell’aria a causa del vento, tra cui la celebre Leda degli Uffizi.
Vengono poi riunite derivazioni antiche del tema leonardesco, a testimonianza
della precoce fortuna critica di questo soggetto iconografico, scegliendo opere
di Giovanni Agostino da Lodi e Bernardino Luini. In particolare nel confronto
con l’opera di Luini, la Salomé con una serva che riceve dal boia la testa di
san Giovanni Battista degli Uffizi, la tavoletta parmense pare ripresa quasi
letteralmente nel volto della protagonista. Nella successiva sezione ad essere
proposto è un excursus sul pittore e scultore Gaetano Callani (Parma, 1736 – 1809)
che nella sua collezione accolse la Scapiliata di Leonardo. Allo scopo di
documentare la politica di acquisizioni della Galleria Palatina fra 1820 e
1840, quindi al momento dell’ingresso dell’opera nelle sue collezioni, la
mostra si sofferma anche sulla figura di Paolo Toschi, all’epoca direttore delle
Gallerie dell’Accademia di Belle Arti di Parma. Tra le sue acquisizioni, opere
provenienti dalle collezioni Callani Sanvitale e Baiardi, acquisite rispettivamente
nel 1834 e nel 1839, anno in cui le Gallerie si arricchirono del capolavoro di
Leonardo a seguito dell’acquisizione della collezione Callani.
Mostra e catalogo (Nomos Edizioni) chiariscono definitamente il tema della
autenticità dell’opera. Per questa occasione, la Scapiliata è stata sottoposta
a indagini scientifiche, affidate ad uno dei massimi specialisti del settore,
l’ingegner Claudio Seccaroni dell’Enea. L’esperto, sotto l’attenta osservazione
di Pinin Brambilla Barcilon e dei due curatori della mostra, ha sottoposto il
dipinto a indagini con la fluorescenza a Raggi UV e a luce radente, al fine di
rilevare la tecnica pittorica e i pigmenti utilizzati dall’artista nelle varie
fasi di esecuzione dell’opera. Le interessantissime risultanze di queste
indagini sono rese pubbliche dal catalogo.