Fino al 13 ottobre, al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, è aperta la mostra “Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità”, realizzata a cura di Valeria Arena, Daniele Ferrara, Mariachiara Mazzariol, Roberta Rizzato.
Da 5 a
10 lire. Questo è quanto Giovanni Ricordi proponeva al ragionier Nando Salce,
suo attento collezionista, nel febbraio 1904, per cedergli le ultime novità
create da Leopoldo Metlicovitz. E nonostante un prezzo non così trascurabile,
al termine di una trattativa epistolare, Salce aderiva alle richieste
dell’editore milanese, proprio perché sapeva apprezzare l’opera dell’incisore
triestino, ben valutando la capacità di fascinazione e la forza grafica delle
sue creazioni per Casa Ricordi. Ed è proprio da queste lettere manoscritte e da
altri preziosi documenti sino ad oggi mai esposti che prende idealmente avvio questa
retrospettiva.
La mostra trevigiana fa seguito a quella che Trieste, riprendendone tutti i
capolavori fondamentali, ma scegliendo di indagare Metlicovitz sotto nuovi
punti di vista, soffermandosi appunto sul suo rapporto con la Ricordi, ma
esplorando anche aspetti diversi e poco noti della sua amplissima produzione
grafica, dai calendari alle piccole locandine.
Un ulteriore approfondimento è
riservato al tema del paesaggio, per nulla scontato in un artista che era
maestro della figura e della teatralizzazione e di cui, invece, si mostra
attentissimo lettore. Sono manifesti turistici o dedicati a prodotti per
l’agricoltura, che mettono in piena evidenza il paesaggio, così come i
manifesti che promuovono l’uso dell’automobile per i quali l’ambiente funge da
sfondo.
Sono esposti in mostra molti dei suoi manifesti più rappresentativi, dedicati a
prodotti commerciali e industriali, ma anche a grandi eventi come l’Esposizione
internazionale di Milano del 1906, a famose opere liriche, da Madama Butterfly
a Turandot.
Nella ricca “Linea del Tempo” che accompagna la mostra, si ricorda che
Metlicovitz, dopo un apprendistato tra Trieste ed Udine, nel 1888 approdò a
Milano. E lì fu proprio grazie all’intuito di Giulio Ricordi che Metlicovitz
poté esplicare tutte le proprie potenzialità espressive, non solo come grande
esperto dell’arte cromolitografica, ma pure come disegnatore e inventore di
quegli “avvisi figurati” (così chiamati allora) che segnarono anche in Italia
la nascita dell’arte del cartellonismo in sintonia con quanto il “modernismo”
internazionale andava proponendo nelle arti applicate sotto i vari nomi di
Jugendstil, Modern Style, Art Nouveau, Liberty.