Promossa dal Consiglio Regionale del Veneto, in collaborazione con l’Archivio Alberto Biasi e la Fondazione Alberto Peruzzo, allestita a Palazzo Ferro Fini fino al 18 luglio, Venezia dedica una mostra a uno dei protagonisti dell’arte italiana del secondo Novecento, Alberto Biasi, ripercorrendone la sessantennale carriera attraverso la presentazione di una selezione di opere rappresentative delle diverse fasi della sua ricerca.
È qui esposta una selezione di opere storiche e di grandi opere recenti appartenenti a quattro diversi cicli di produzione: “Torsioni”, opere generalmente bicromatiche sviluppate su forme geometriche classiche, realizzate con strisce in pvc combinate in modo da creare effetti percettivi cangianti, a seconda dello spostamento del punto di vista dello spettatore; “Ottico Cinetici”, opere che trovano già nella definizione il senso della poetica di Biasi: la ricerca, attraverso la scienza antica dell’ottica, di un dinamismo percettivo ed emotivo; “Politipi”, lavori realizzati tra la seconda metà degli anni Sessanta e la fine degli anni Novanta, caratterizzati dalla sovrapposizione di più piani e dall’intreccio multiplo di listelli; “Uniche Tele”, lavori recenti la cui particolarità si colloca nella lavorazione: si tratta di opere dipinte sul retro della tela e, solamente grazie al taglio e alla torsione di questa, il disegno sottostante diviene visibile.
Questa mostra coglie alcune tematiche caratteristiche della presente edizione della Biennale di Venezia, come il confronto continuo tra l’opera d’arte e l’ambiente, la mancanza di rigidità dell’opera che anzi si apre all’esterno plasmando i suoi confini oltre “il muro” della cornice. L’opera si apre quindi a una sensibilità che si fa ponte tra il mondo occidentale e la fluidità di quello orientale, che stimola lo spettatore a superare ogni tentazione di passività e a porsi in rapporto dinamico con l’opera, in confronto e in dialogo continuo con essa, stabilendo connessioni sempre nuove e riscoprendo un’accattivante complessità contro ogni superficiale semplificazione.
Alla base della ricerca di Biasi è la costante indagine condotta sugli effetti e sulle illusioni ottiche, sulla creazione di movimento a partire dalla staticità del supporto, affrontata attraverso l’utilizzo di materiali tradizionali, come la pittura, e non, come ad esempio il PVC, che ha portato l’artista alla creazione di opere di differenti tipologie.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) con testo critico di Serge Lemoine, edito da Industrie Grafiche Peruzzo. La pubblicazione è caratterizzata dalla presenza di un ampio corpus iconografico e di una raccolta di testi critici, arricchita da materiale storico inedito reperito in occasione della recente ricerca svolta in concomitanza al trasferimento dell’Archivio Alberto Biasi nella nuova sede.