Il Museo Archeologico Regionale di Aosta ospita fino al 22 settembre, la mostra dedicata a Lucio Fontana “La sua ombra lunga, quelle tracce non cancellate”, realizzata a cura di Giovanni Granzotto e Leonardo Conti e promossa dall’Assessorato Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturali della Regione Autonoma Valle D’Aosta.
È qui privilegiato il periodo compreso tra la fine degli anni quaranta e il 1968, con quelle tematiche che più hanno rappresentato un nuovo modo di concepire l’arte di Lucio Fontana partendo da un corpus rilevante di circa trenta opere dell’artista, tra tele, ceramiche e carte.
Nei celebri “Concetti
spaziali”, in cui materia, dinamismo e artificio si coniugano alla fede nelle
nuove scoperte della scienza e della tecnica, prende forma lo Spazialismo, in
grado di coinvolgere e influenzare generazioni di artisti. Tra questi anche
alcuni futuri maestri, capaci di approfondire e innovare le sue intuizioni
nella creazione di nuovi linguaggi.
La ricerca del Maestro rappresenta, per molti aspetti, un vero e proprio
incipit dell’arte contemporanea, un luogo imprescindibile che, secondo
molteplici declinazioni, ha ispirato alcuni tra i linguaggi artistici più
importanti che dagli anni cinquanta del secolo scorso giungono sino a oggi. In
quest’ottica i curatori hanno identificato alcuni artisti, come, per esempio
Piero Manzoni, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Alberto Biasi, Gianni
Colombo, Mario Deluigi, Tancredi Parmiggiani e Gino Morandis, Roberto Crippa,
Gianni Dova, Giuseppe Santomaso, Ettore Spalletti, Nunzio, Ben Ormenese, Sandro
Martini, Edmondo Bacci, Virgilio Guidi, Vinicio Vianello, Cesare Peverelli,
Dadamaino, Paolo Scheggi, Umberto Mariani, Turi Simeti, Remo Bianco, Paolo
Radi, Felice Canonico, Ivano Fabbri, Jorrit Tornquist, Emanuela Fiorelli,
Claudio Rotta Loria, Domenico D’Oora, Marcello De Angelis, Fernando Picenni,
Giovanni Lombardini, Saverio Rampin, Ennio Finzi, Riccardo Licata, attraverso i
quali costruire un percorso espositivo in grado di approfondire le
significative linee di ricerca e i nuclei tematici in cui è possibile riconosce
la lunga ombra di Fontana.
Tema centrale della mostra è quindi l’indagine di alcune tra le più rilevanti
poetiche che, partendo da Fontana, possono rappresentarne una continuità di
ricerca. La “sua lunga ombra” può così divenire uno strumento per
comprendere alcuni aspetti fondamentali dell’arte e indicare una linea di studi
aperta sul futuro.
La mostra è corredata da un catalogo bilingue italiano-francese contenente i
testi critici di Giovanni Granzotto, Leonardo Conti, Daria Jorioz, Stefano
Cecchetto, Dino Marangon e Mattia Pivato, edito da De Bastiani Editore.