L’impossibile è Noto


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Al Convitto delle Arti di Noto (SR) fino al 15 novembre sono esposte oltre 100 opere uniche nella mostra “L’Impossibile è Noto”, dedicata al Futurismo, al Cubismo, alla Metafisica, al Dada, al Surrealismo, realizzata a cura di Giancarlo Carpi e Giuseppe Stagnitta e prodotta da Sicilia Musei.

Patrocinata dal Comune di Noto e inserita fra i Grandi Eventi della Regione Siciliana, le opere esposte provengono da Fondazioni, Archivi e importanti collezioni private.

Il percorso espositivo si articola in 10 sezioni: l’invenzione del movimento nella fotografia e nella pittura, Futurismo e Cubismo, Metafisica e Dada tra Europa e Italia, Surrealismo, il Futurismo negli anni trenta; tra volo-sogno e cosmo, Astrattismo e Astrattismo lirico, Mirò e Depero, l’Astrattismo e la materia, Dalì-stravaganze, focus sul futuro.

Sono esposte le opere di Giacomo Balla, Edweard Muybridge, Umberto Boccioni, Roberto Marcello Baldessari, Carlo Carrà, Arturo Ciacelli, Enrico Prampolini, Pippo Oriani, Gino Severini, Lucio Venna, George Braque, Fernard Leger, Max Jacob, Pablo Picasso, Robert Delaunay, Natalia Goncharova, Hans Richter, Georges Valmier, Kirill Zdanevich, Mario Sironi, Giorgio De Chirico, Kurt Schwitters, Vinicio Paladini, Fortunato Depero, Francesco Cangiullo, André Masson, Antonio Fornani, Max Ernst, Salvador Dalì, Alberto Savinio, Man Ray, Tato, Leonor Fini, Tullio Crali, Paul Klee, Wassily Kandisky, Frantisek Kupka, Luigi Russolo, Gerardo Dottori, Juan Mirò, Fernand Léger, Filippo Tommaso Marinetti e Rammellzee.

Il percorso espositivo si conclude con un tributo a Salvador Dalì, in occasione del trentesimo anniversario della sua morte, con un’intera sala dedicata al grande artista spagnolo con opere uniche, bozzetti, oggetti e stravaganze immersi in suggestivo allestimento multimediale. Un’appendice della mostra è allestita nelle due sale esterne che danno sul cortile del Museo.

Si tratta di un approfondimento del dialogo tra movimenti significativi che hanno cambiato ed influenzato parte dell’arte e della cultura del Novecento, mettendo a confronto due grandi uomini, due grandi rivoluzionari: Marinetti e Rammelzee. 

La mostra non vuole solo ripercorrere il mezzo secolo più importante dell’arte del Novecento, ma anche allenare l’occhio e la mente alla percezione di queste diverse correnti estetiche e di pensiero, le quali, proprio quando sono poste l’una accanto all’altra, esprimono meglio la loro essenza, nella loro opposizione e differenza, a volte nel loro conflitto.

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