“Padre e Figlio” è la mostra dedicata a Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) e al padre Ettore Pistoletto Olivero (Arnodera, Val di Susa, 1898 – Sanremo, 1981) che si articola in tre sedi emblematiche del territorio biellese: Palazzo Gromo Losa di Biella, storica dimora signorile restaurata e messa a disposizione della città dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, sempre a Biella e Casa Zegna a Trivero (BI), sede dell’archivio storico e spazio espositivo dell’omonima fondazione.
Aperta fino al 13 ottobre 2019, la
mostra è realizzata a cura di Alberto Fiz e presenta oltre cento
opere tra dipinti, quadri specchianti, installazioni, lightbox, video e
fotografie e si tiene in un anno molto significativo per la città di Biella,
che nel 2019 proporrà la propria candidatura al network Unesco delle città
creative, avendo proprio Michelangelo Pistoletto quale ambasciatore ufficiale
per il progetto. Michelangelo Pistoletto ha realizzato un simbolo
del Terzo Paradiso dedicato alla candidatura e ha già fatto
sottoscrivere un manifesto di sostegno ai suoi “ambasciatori” nel mondo.
Il tema della mostra si intreccia strettamente con il profondo legame di Ettore
e Michelangelo con la città e con la famiglia Zegna, le cui prime committenze
ai Pistoletto risalgono al 1929, quando Ermenegildo, fondatore dell’azienda e
imprenditore illuminato con la chiara consapevolezza che l’impresa dovesse
assumere una responsabilità sociale e artistica, commissionò a Ettore un ciclo
di graffiti su “L’Arte della Lana”. Oggi Fondazione Zegna è
partner di molte delle iniziative di Cittadellarte tra cui il progetto Visible e UNIDEE
– Università delle Idee.
I lavori di Michelangelo Pistoletto e
quelli del padre Ettore rappresentano il punto di partenza di un serrato
confronto col tema del rapporto padre–figlio, declinato in molte delle sue
implicazioni e sfumature.
Attraverso le opere esposte e nei video-dialoghi realizzati con
il curatore e con Anna Zegna, Michelangelo Pistoletto ha dato espressione a una
concezione non unidirezionale di questo rapporto: lasciare un’eredità ai
padri, anziché affidare unicamente ai figli la responsabilità di comunicare il
sapere e le passioni dei genitori.
Il tema dei rispecchiamenti che consegue da questa visione della relazione
genitoriale, che in questo caso coincide anche con quella maestro-allievo, si
manifesta in articolati e talvolta provocatori accostamenti proposti dal
percorso espositivo.
Questa mostra rappresenta la conclusione di un’ideale trilogia di momenti
espositivi che hanno indagato il rapporto tra Michelangelo Pistoletto e il
padre, cominciata nel 1973 con un omonimo evento “Padre e Figlio”, proposto
a Torino nella galleria di Gian Enzo Sperone, e proseguita nel 2008, ancora a
Torino con “Ettore e Michelangelo. I coetanei” proposta dalla galleria
Persano.