Per rendere omaggio a Giannetto Bravi (1938-2013), artista napoletano di nascita ma che ha vissuto gran parte della sua vita nella provincia di Varese, il MA*GA di Gallarate espone, fino al 5 maggio, una mostra che ricostruisce le tappe più significative della sua ampia e complessa attività artistica, attraverso trenta opere giunte nelle collezioni del MA*GA grazie alla recente donazione di sua moglie, Laura Bonato.
L’esposizione, curata da Emma Zanella, direttore del MA*GA, si apre con la ricerca pittorica e le opere astratto-geometriche di Giannetto Bravi realizzate per la sua prima personale curata da Achille Bonito Oliva nel 1967 alla Galleria Fiamma Vigo di Roma. Il percorso espositivo si concentra successivamente sulla collaborazione dell’artista con Pierre Restany, soprattutto in relazione al progetto Operazione Vesuvio. L’idea del critico francese, nel 1972, fu quella di trasformare le falde del vulcano partenopeo in un parco culturale internazionale: all’invito risposero artisti italiani e internazionali come Enzo Mari, Gianni Bertini ma anche Christo, Dennis Oppennheim e George Brecht. La proposta elaborata da Giannetto Bravi consisteva nell’invaligiamento metaforico del cono vulcanico per preservarlo dalla speculazione edilizia imperante.
Dal progetto dedicato al Vesuvio, Giannetto Bravi inizia a riflettere sugli immaginari e gli stereotipi dei luoghi cominciando a utilizzare cartoline e immagini ripetute: una ricerca metodica e concettuale, testimoniata dalle rassegne tenute alla Galleria Milano nel 1976 e allo Studio Marconi nel 1980.
La mostra inoltre analizza la sua più recente ricerca incentrata sull’immaginario museale e le quadrerie di cartoline di celebri opere della storia dell’arte culminata nella personale del Museo di Capodimonte nel 2007.