Una grande retrospettiva antologica dedicata ad Alberto Burri e realizzata a cura di Bruno Corà, è proposta dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia che la ospita fino al 28 luglio prossimo e l’ha organizzata in collaborazione con la Fondazione Burri, Tornabuoni Art e Paola Sapone MCIA.
Bruno Corà, Presidente della Fondazione Burri, ha concepito questo progetto appositamente per Venezia col quale ripercorre cronologicamente le più significative tappe dell’attività del Maestro della ‘materia’ attraverso molti dei suoi più importanti capolavori. Sono radunate in questa mostra circa 50 opere provenienti da importanti musei italiani e stranieri, dalla Fondazione Burri e da prestigiose collezioni private.
Quindi, è stato allestito un percorso espositivo composto da una selezione inedita di opere che rappresentano tutti i più famosi cicli realizzati da Burri: dai primi e rari Catrami (1948) e dalle Muffe (1948), presentati in stretto confronto con gli iconici Sacchi (1949-50), ai Gobbi (1950), per arrivare alle Combustioni (1953), ai Legni (1955), ai Ferri (1958), alle contorte Plastiche (1960) e all’evoluzione straordinaria dei Cretti (1970), divenuti uno dei temi di ricerca più iconici di Burri, fino ai grandi Cellotex, realizzati fino a metà degli anni Novanta. La mostra veneziana, il cui titolo si rifà alla celebre definizione data dallo stesso artista alla sua opera e alla difficoltà di tradurla in parole, offre così una lettura penetrante del modo in cui questo pioniere della nuova pittura del secondo Novecento ha affrontato il tema centrale del suo tempo: quello dell’utilizzo e della trasformazione della materia in opera d’arte.
Inoltre, la lettura della carriera di Burri è qui resa organica dalla presenza di una sezione documentaria multimediale dell’intera attività dell’artista, in cui è possibile vedere anche alcuni rari film che lo ritraggono in azione. Il catalogo bilingue (italiano-inglese), introdotto da un saggio critico del curatore Bruno Corà e di Luca Massimo Barbero, contiene il repertorio di tutte le immagini delle opere e offre così rinnovati strumenti di conoscenza del lavoro e del profilo dell’artista stesso, anche grazie a una sezione bibliografica interamente aggiornata. L’allestimento è realizzato dall’Architetto Tiziano Sarteanesi.