All’Accademia di Ungheria a Roma, da oggi al prossimo 5 aprile, si tiene la mostra “Mondi di apparenze. Arte figurativa contemporanea di Eger”, curata da Gerda Széplaky, col progetto grafico di Éva Juhász.
L’esposizione vuole essere un tributo all’Università degli Studi Károly Eszterházy di Eger, in particolare al suo storico corso di formazione di arti figurative (Istituto di Arti Visive) che vanta una storia di ben 70 anni e che continua a rimanere tutt’oggi uno dei punti di riferimento più importanti in Ungheria.
La mostra propone una selezione di 61 opere di 21 artisti che ruotano intorno a un’unica tematica: ci si chiede se la sottile linea che separa il mondo reale da quello virtuale stia scomparendo.
Sulle tracce delle immagini che invadono il nostro quotidiano (fotografie, filmati, copie, tecniche digitalizzate o immagini create con la simulazione), copie fedelissime della vita reale, abbiamo sempre di più la sensazione di vivere in una miriade di mondi di apparenze che, se non eliminano le esperienze fisiche, le modificano e le mettono in discussione in modo determinante. Di tanto in tanto si è infatti costretti a dubitare se esista ancora la “realtà”. Le opere d’arte, tuttavia, possono riflettere sul processo di “scomparsa della realtà”.
Nella maggior parte delle opere esposte, possiamo osservare che le immagini del mondo esterno da noi percepito e quelle dell’esistenza che si rivela dentro di noi si sovrappongono. Altre opere, invece, evidenziano la nostra presenza all’interno dei sistemi sociali dell’apparenza: si ha sempre più la tendenza a recitare una parte per corrispondere alle aspettative, optando addirittura per una maschera che celi la nostra identità.
Oggi, in occasione dell’inaugurazione, è previsto il concerto dei pianisti Mattia Lockmann, Giancarlo Di Marco, Beatrice Cori, studenti del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, dedicato a György Ligeti nonché una degustazione dei vini di Eger.