«L’arte è per me quasi una religione. E’ciò in cui credo,ciò che dà alla mia vita una dimensione che va oltre il mondo materiale in cui viviamo. Io cerco l’opera e la dedizione dell’artista, qualcuno che parli per me o esprima e interpreti un aspetto del nostro tempo che mi concerne»,così dichiarava Hannelore B. Schullhof (1922-2012), collezionista ed appassionata d’arte assieme al marito Rudolph R.Schullhof (1912-1999), che – alla sua morte, nel 2012 ha donato alla Fondazione Guggenheim 80 opere d’arte europea ed americana, destinate alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
Ora questi capolavori sono visibili al pubblico grazie ad una grande mostra ospitata a Venezia dal titolo: Dal gesto alla forma. Arte europea e americana del dopoguerra nella Collezione Schulhof, a cura di Gražina Subelytė, Assistant Curator, e Karole P. B. Vail, direttrice del museo veneziano. Hannelore , dopo lo scoppio della guerra, lascia la nativa Germania per recarsi in Belgio, dove viene raggiunta dal fidanzato boemo Rudolph Schulhof, con cui convola a giuste nozze,e col quale parte per gli USA, per poi stabilirsi a New York nel 1940,acquisendo la cittadinanza americana. Entrambi appassionati d’arte, gli Shullhof diventano collezionisti di opere d’arte contemporanea europea e americana , stabilendo molto spesso un legame d’amicizia con gli artisti di cui acquistano le opere.La mostra on air a Venezia sino al 18 marzo 2019, distribuita in 11 sale, offre al pubblico la possibilità di ammirare la collezione Schullhof nel suo complesso, passando da opere dell’espressionismo astratto americano con artisti quali: W.de Kooning, H.Hofmann,Joan Mitchell, Robert Motherwell nella sala 1, a quella successiva con Jasper Johns e CY Twombly , artista amato dai Shullhof per la sua particolare capacità di unire la storia e la mitologia classica all’espressionismo astratto. La sala 3 è dedicata agli artisti informali quali: Carlo Cardazzo, Afro Basaldella, Alberto Burri,Lucio Fontana e Marino Marini per poi passare alla sala 4 con Jean Dubuffet esponente dell’arte del dopoguerra. In successione sino all’ultima sala vengono esposte opere astratte di Richard Diebenkorn e Agnes Martin nella sala 5. Martin, era una delle artiste preferite dai coniugi Schullhof che andranno anche farle visita a Cuba in New Mexico, dove lei risiedeva e della quale collezionarono ben 13 opere. Nella sala 6 possono troviamo invece il tedesco A. Kiefer e A.Tàpies, pittori e scultori che reagiscono alla guerra ponendo l’attenzione dulla metricità delle opere, trovano spazio, per poi proseguire nella sala 7 dove si possono ammirare artisti di stili diversi uniti pero’ dalla “linea” quale massimo comun denominatore . Tra questi:Afro Balsaldella, Hans Hartung,Philip Guston e Brice Marden. La sala 8 è invece dedicata alla Scultura e alle costruzioni del dopoguerra con Eduardo Chellida , Carl Andre e Jogn Chamberlain. Nella sala 10 dal titolo “Immagine fotografica” troviamo l’artista americano Andy Warhol, uno dei maggiori esponenti della Pop Art , oltre a Patricia Caulfield –direttrice della rivista Modern Photography, ed in conclusione, nell’ultima sala intitolata Astrazione post-pittorica e Minimalismo, si potranno ammirare artisti del calibro di Tony Cragg,Morris Louis, Kenneth Noland e Frank Stella. Le opere in mostra a Venezia hanno un filo conduttore che va dagli sviluppi formali dell’arte post-bellica,attraverso i movimenti e gli stili sorti dalla fine della II guerra mondiale fino agli anni ’80 del Novecento. Gli Shullhof conobbero Peggy Guggenheim nel 1954 durante la Biennale d’arte e con lei condivisero la stessa passione di collezionare opere del loro tempo, mantengono vivo quel dialogo tra America e Europa, denominatore comune delle collezioni di Peggy e Hannelore B. Schullhof.