Alla GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, è allestita, fino al 19 maggio, una retrospettiva dedicata a Birgit Jürgenssen (Vienna, 1949-2003), ritenuta tra le più importanti e sofisticate interpreti dell’avanguardia femminista internazionale.
La mostra è realizzata a cura di Natascha Burger e Nicole Fritz e
organizzata in stretta collaborazione con Estate Birgit
Jürgenssen, Kunsthalle Tübingen (Germania) e Louisiana Museum of
Modern Art di Humlebæk (Danimarca).
Articolata in sei sezioni, la mostra offre uno spaccato esaustivo
sulla produzione dell’artista austriaca attraverso oltre 150 lavori
realizzati in quarant’anni di ricerca, tra disegni, collage, sculture, fotografie,
rayogrammi, gouache e cianotipie.
Il percorso espositivo occupa tutte le sale della Galleria, dai disegni
dell’infanzia, firmati “BICASSO”, ai lavori più maturi, di grande formato,
passando attraverso i giochi linguistici e letterari, che
raccontano la contaminazione tra narrazione e rappresentazione, fino a
focalizzarsi, nella parte centrale, sui due grandi temi che contraddistinguono
la ricerca dell’artista: il genere e la natura.
Raffinata interprete delle istanze del suo tempo, Birgit Jürgenssen ha attinto
ai linguaggi del Surrealismo per trattare convenzioni sociali, sessualità,
canoni di bellezza e rapporti tra i sessi con un linguaggio ironico e un
umorismo sovversivo che ha spesso coinvolto l’immagine dell’artista stessa. Il
corpo messo in scena non è mai ostentatamente esibito, quanto piuttosto celato
e poi svelato attraverso l’uso di maschere, inserti, materiali naturali, quasi
delle estensioni, o protesi, utili a scandagliare le profondità psicologiche ed
emotive del femminile.
L’opera di Birgit Jürgenssen assume un nuovo significato nel nostro presente:
in un momento storico in cui assistiamo alla rimessa in discussione di principi
e diritti fondamentali e a una progressiva banalizzazione delle questioni
legate al femminile e, più in generale, all’identità di genere, il suo
approccio non rigidamente ideologico ma più radicato nella sfera individuale e
intima infonde nuova concretezza al potere emancipatorio dell’arte.
Accompagna la mostra un catalogo monografico, edito da Prestel, con contributi di Patricia Allmer, Michael Bracewell, Louisa Buck, Natascha Burger, Maurizio Cattelan, Melissa Destino, Marta Dziewańska, Heike Eipeldauer, Nicole Fritz, Lorenzo Giusti, Jessica Morgan, Marta Papini, Gabriele Schor, Jasper Sharp, Abigail Solomon-Godeau, Ninja Walbers.
In occasione della retrospettiva il Public Program, la piattaforma di incontri aperti al pubblico nata dalla collaborazione con l’Accademia di belle arti G. Carrara, affronterà tematiche di genere coinvolgendo filosofi, storici e studiosi del movimento femminista, artisti e letterati. Parallelamente, i Servizi Educativi della Galleria proporranno un ricco programma di laboratori, sia per bambini sia per adulti, volti a riflettere sul tema dei ruoli nella società e a favorire l’interazione e il dialogo tra i generi.