Thomas Struth. Nature & Politics


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Al MAST di Bologna, fino al 22 aprile, è aperta la mostra “Nature & Politics”, l’esposizione fotografica firmata dal tedesco Thomas Struth (Geldern, 1954), curata dallo svizzero Urs Stahel. In 25 scatti, l’artista racconta il dietro le quinte del mondo della ricerca scientifica e industriale. Le foto, soprattutto di grande formato, sono state realizzate in luoghi non accessibili al pubblico: dai laboratori di ricerca spaziale agli impianti nucleari fino alle sale operatorie o alle piattaforme di perforazione. Uno spaccato insolito dell’universo tecnologico, realizzato da uno dei fotografi più noti e affermati della scena internazionale.

Thomas Struth, Grace Follow On Bottom, View IABG, Ottobrunn 2017, © Thomas Struth

Laboratori di ricerca spaziale, impianti nucleari, sale operatorie, piattaforme di perforazione sono fotografati con minuziosa attenzione, distaccata curiosità e una spiccata sensibilità estetica. L’artista punta l’attenzione sulle macchine in quanto strumenti di trasformazione della società contemporanea e ci mostra una serie di sperimentazioni scientifiche e ipertecnologiche, di nuovi sviluppi, ricerche, misurazioni e interventi che in un momento imprecisato, nel presente o nel futuro, in modo diretto oppure mediato, faranno irruzione nella nostra vita e ne muteranno il corso. Attraverso queste opere siamo in grado di percepire tutta la complessità, la portata, la forza dei processi, ma anche di intuire il potere, la politica della conoscenza e del commercio che essi celano. In tutte le immagini esposte, come nei suoi primi lavori sulle città, non compaiono persone, eppure ne sono piene. In tutti gli scatti c’è l’intelligenza dell’uomo, in grado di andare oltre la sua dimensione storica, di guardare al futuro, di progettare e di realizzare. Struth, infatti, afferma di credere molto più nella scienza che nella politica.

Su un versante tematico diverso, al piano terreno della Gallery, nella videoinstallazione “Read This Like Seeing It For The First Time” (Leggilo come se lo vedessi per la prima volta) del 2003, l’artista rappresenta il lavoro umano, la capacità propria dell’uomo di operare con la massima precisione manuale e artistica. Il video, che registra cinque lezioni di chitarra classica svolte da Frank Bungarten nell’Accademia musicale di Lucerna, illustra l’interazione puntuale tra insegnante e studenti, lo scambio necessario tra insegnamento e apprendimento, tra il dare e il ricevere.

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