A Palazzo Pitti di Firenze, fino al 2 giugno è allestita la mostra dell’artista statunitense Kiki Smith (Norimberga, 1954), una delle protagoniste dell’arte contemporanea. “What I saw on the road” è il titolo della mostra che presenta 12 arazzi affiancati da una selezione di sculture. La mostra è curata da Eike Schmidt e Renata Pintus ed è realizzata in collaborazione con la Galleria Continua.
Femminista militante, Kiki Smith combina tecniche tradizionali come la terracotta, l’arazzo, l’incisione e la fusione, con la tecnologia digitale più avanzata. I suoi temi attingono dalle risorse visive del Medioevo cristiano e dalla scienza e di un certo surrealismo dei secoli XVII e XVIII, con risultati che rappresentando le ossessioni e contraddizioni dell’umanità attuale. Fino agli anni ’90 inclusi, la corporeità è stata al centro della sua riflessione, con un’attenzione particolare alla fragilità ed eroicità del corpo femminile. Più recentemente invece il suo discorso si è ampliato includendo il rapporto tra uomo, natura e cosmo. Dalle immagini che ne sono emerse e che sono presenti in mostra, sembra quasi che la soluzione a tutto sia una sorta di grazia pacificatrice che pone fine a odio e brutalità. Di qui, l’afflato quasi animistico di alcuni dei 12 arazzi jaquard esposti.
L’artista affronta nelle sue opere il tema della sessualità, delle origini e della rinascita e nei lavori più recenti tratta il legame tra uomo e mondo animale.
Kiki Smith coniuga le tecniche tradizionali (la fusione, la terracotta, l’arazzo, l’incisione) con la più sofisticata tecnologia digitale, e i suoi temi attingono alle fonti visive del Medioevo cristiano, della protoscienza sette-ottocentesca e di certo surrealismo, con risultati capaci di rappresentare ancora le ossessioni, le lacerazioni, le contraddizioni dell’umanità di oggi.