Collezionare Gordon Matta-Clark


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Gordon Matta-Clark, Carol Goodden in Bronx Floors,1972, Courtesy Harold Berg

All’Accademia Nazionale di San Luca, Palazzo Carpegna, di Roma, fino al 25 febbraio prossimo è aperta al pubblico una mostra dedicata al collezionismo come pratica colta, rappresentato nella mostra “Collecting Matta-Clark”, che si esprime in un omaggio duplice all’artista americano e a Harold Berg, collezionista cileno che in oltre dieci anni di ricerca ha raccolto i lavori dell’artista.

Si tratta di un artista che è tra i maggiori esponenti della generazione degli Anni Settanta, Gordon Matta-Clark (New York, 1943-1978), ma anche al collezionismo, a una pratica che ha nel suo bisogno primario quello di preservare un lavoro che altrimenti si perderebbe, che si rivela come una raccolta di frammenti di un lavoro parcellizzato nel tempo; un lavoro fatto di selezione ma anche di incontri, di rapporti costruiti con pazienza e determinazione.

Sono opere che restituiscono in maniera vivida la vicenda artistica di Matta-Clark. Forme, disegni, fotografie, documenti che narrano una breve ma intensa carriera artistica sviluppatasi in tre anni nell’atmosfera creativa che si respirava negli Anni Settanta nella Soho di New York. Istantanee artistiche che testimoniano il desiderio di superare il limite gravitazionale ma anche fisico, liberandosi dalle convenzioni sino a divenire espressione di una generazione così inquieta e creativa.
Visioni che si moltiplicano, che rompono gli schemi sociali e politici abbattendo le barriere. Lavori straordinari che dividono case in due creando un sezionamento; gesti semplici ma radicali che aprono a una serie di interpretazioni che stimolano ancora oggi l’immaginazione.
Opere che interpretano nel fondamento l’unione delle tre arti; una sintesi attraverso un disegno non solo fisico ma anche intellettuale, politico, sociale che tiene insieme l’arte. Un’arte che si fonda su radici ideologiche e concettuali e che non rimane solo un momento estetico. Matta-Clark, un artista che rappresenta la chiusura di un cerchio di ciò che fu l’arte esperienziale.

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