Picasso. La scultura


Stampa

Pablo Picasso, Tête de femme, 1931, Musée National Picasso, Paris

Cinquantacinque sculture di Pablo Picasso sono esposte alla Galleria Borghese di Roma fino al 3 febbraio 2019 tra i capolavori della collezione permanente dello stesso Museo.

La mostra, ideata da Anna Coliva, è inserita nel programma internazionale Picasso-Méditerranée, avviato da Laurent Le Bon, direttore del Musée Picasso-Paris, da cui provengono molte delle opere esposte, ed è realizzata a cura di Anna Coliva e Diana Widmaier-Picasso, con il sostegno economico di Fendi, partner istituzionale della Galleria Borghese.

Le opere esposte sono state realizzate dal 1905 al 1964 e sono documentate da fotografie di atelier inedite e video che raccontano il contesto in cui le sculture sono nate.
Fu durante il suo viaggio a Roma e a Napoli nel 1917 che Picasso ebbe modo di confrontarsi per la prima volta in situ con la scultura dell’antichità romana, con il Rinascimento, ma anche con le pitture murali pompeiane. Una visita alla Galleria Borghese gli permise di studiare le sculture di Bernini, del quale ritrovò le opere anche nella Basilica di San Pietro in Vaticano, che gli svelò inoltre il Michelangelo della Cappella Sistina.
La scultura di Picasso è rimasta per lungo tempo poco conosciuta nonostante l’artista abbia mantenuto un rapporto privilegiato con questa disciplina, parte essenziale del suo lavoro. Sebbene il suo mercante, Daniel-Henry Kahnweiler, abbia pubblicato nel dopoguerra un lavoro sulle sue sculture illustrato con fotografie di Brassaï, e le mostre di Roma e Milano del 1953 annoverassero un gran numero di bronzi, il lavoro scolpito di Picasso è stato rivelato in gran parte solo durante le retrospettive che si tennero a Parigi, Londra e New York dal 1966 al 1968. Le mostre al Centre Pompidou di Parigi nel 2000, al Museum of Modern Art di New York e al Musée Picasso-Paris nel 2015-2016 riflettono il ruolo fondamentale avuto da Picasso in questo campo della produzione artistica.
Questa mostra intende aprire nuovi campi di riflessione su questo aspetto del lavoro di Picasso, che consenta di valutare il metodo del Maestro di appropriarsi del passato per modificarne la percezione. Il rapporto con l’Antico è presente in tutta la sua opera, ma l’ambiente mediterraneo in cui si immerge a partire dal 1946 rende il suo lavoro più aperto alla sperimentazione, alla miscelazione di nuovi materiali con pratiche esecutive spesso ancestrali. La sua opera scultorea di questo periodo comprende pietre incise, vasi, animali e figure mitologiche in ceramica. La materia, i motivi, il movimento delle forme o al contrario la loro ieraticità sono altrettante eco delle opere e dei capolavori presenti nella collezione della Galleria Borghese come, ad esempio, la scultura “Donna con bambino” (1961) di Picasso esposta accanto all’“Apollo e Dafne” di Bernini (1622/1625).

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *