All’Accademia d’Ungheria a Roma, Palazzo Falconieri, sono ospitate fino al 10 novembre due mostre fotografiche dedicate alla Rivoluzione ungherese del 1956 e ai decenni successivi dietro la cortina di ferro.
La rassegna, organizzata nell’ambito delle commemorazioni della Rivoluzione ungherese del 1956, è composta da fotografie in bianco e nero e si divide in due sezioni: “Sete di libertà”, mostra fotografica del fotoreporter ungherese István Mizerák, realizzata in collaborazione con la Fondazione István Mizerák e “1956- Ózd libera”, organizzata in collaborazione con Fórum Hungaricum.
Le fotografie di Mizerák scattate tra gli anni ’60 e ’70 nella sua città natale Ózd, centro della produzione metallurgica ungherese nell’epoca comunista offrono ai visitatori un’osservazione diretta della vita delle persone nei decenni dopo la repressione della rivoluzione contro il regime del 1956 in Ungheria, durante questa epoca della falsa promessa di progresso e prosperità degli anni ‘60 e ‘70 dietro la cortina di ferro. La mostra è a cura di Gabriella Mizerák, figlia del Maestro.
István Mizerák era un fotoreporter appassionato: nacque a Ózd, Ungheria, il 19 dicembre 1942. Quando la sua città natale fu annessa alla Cecoslovacchia, si stabilì con la famiglia a Sajóvárkony. Nella sua vita fu anche regista e promotore culturale, la sua carriera come fotografo cominciò nel 1966 ad un concorso, quando (con lo pseudonimo di “Finita”), vinse il secondo premio. Nel 1968, István Mizerák divenne corrispondente per l’agenzia nazionale dell’informazione (MTI). Da allora divenne il suo lavoro, la sua vocazione per tutta la vita.
La seconda sezione della mostra, intitolata “1956- Ózd libera”, è dedicata strettamente agli avvenimenti del 1956. Il popolo ungherese nell’autunno del 1956 si ribellò all’unanimità contro il potere stalinista in vigore dalla fine degli anni ’40. La rivoluzione a Ózd ebbe inizio due giorni dopo rispetto agli avvenimenti di Budapest (23 ottobre), ovvero il 25 ottobre. 15 mila persone scesero in strada nella cittadina di circa 40 mila abitanti. Il 1o novembre fu fondato il giornale della Rivoluzione, Szabad Ózd (Ózd libera). Nonostante il 4 novembre la rivolta fosse stata soppressa a Budapest ed i carri armati avessero invaso la capitale, il giornale di Ózd rimase in vita e la città di Ózd restò libera fino al 18 dicembre.