Sotto questo titolo è composta una mostra di ex studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma, che ne cura la realizzazione col coordinamento di Francesca Lilli, allestita fino al 26 agosto presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati (Roma). Essa è nata da una collaborazione tra la stessa Accademia di Belle Arti di Roma, presieduta da Mario Alì e diretta da Tiziana D’Acchille, il Comune e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Frascati, con il sindaco Roberto Mastrosanti e l’Assessore Emanuela Bruni, e le Scuderie Aldobrandini e rappresenta un progetto destinato, nel corso dei prossimi mesi, alla promozione di eventi ed esposizioni che vedranno protagonisti i migliori talenti formatisi tra le aule dell’Accademia, nel campo delle arti visive, della moda, della grafica, dei linguaggi multimediali.
Questa mostra è dedicata al lavoro di dieci tra i più interessanti giovani artisti che hanno concluso il loro percorso di studi negli ultimi tre anni: Dario Agati, Michele Bellini, Aleksandra Czuba, Arianna De Nicola, Angelo Di Bello, Luca Di Luzio, Giulia Lanza, Lorenzo Modica, Mattia Cleri Polidori, Sofia Ricciardi. Un’occasione per continuare a seguire e valorizzare il percorso di chi, ormai fuori dall’istituzione accademica, inizia il proprio viaggio nel difficile perimetro del sistema dell’arte: talenti emergenti da accompagnare, oltre il tempo convenzionale di un corso di studi e oltre gli spazi deputati alla formazione tout court. L’idea di un’Accademia come vivaio, tra opportunità, verifica e responsabilità condivisa, passa anche da qui. Selezionate dai professori membri della Commissione Mostre dell’Accademia, Cecilia Casorati, Pietro Capogrosso, Vincenzo Scolamiero, Gabriele Simongini, le opere spaziano tra diversi linguaggi, dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia.
I lavori esposti sono: un grande dipinto di Dario Agati, che alla disgregazione dell’immagine affida una riflessione sull’impossibilità, per lo spettatore, di decodificare realmente un’immagine; uno dei ritratti su tela di Michele Bellini, omaggi ad amici e conoscenti, in cui predominano una cifra intima e un linguaggio tradizionalmente figurativo; la videoinstallazione di Aleksandra Cuzba, che indaga il tema dell’identità di genere e la relazione complessa tra maschile e femminile, al senso di inquietudine e disorientamento; le immagini di Angelo Di Bello, che conduce una riflessione sul mondo distorto dell’informazione, dei big data, del digitale; la pittura con le mappe astratte di Luca Di Luzio, i cui mondi immaginari si incrociano, inscritti sulla tela grezza, conducendo in nessun luogo e in nessun tempo; la china su carta di Lorenzo Modica, che trasforma un oggetto familiare, quale un’anonima tenda di perline, in un simbolo violenza, di chiusura, di separazione; la ceramica e acciaio di Arianna De Nicola, che sovrappone scultura e pratica performativa nel segno del conflitto tra gravità e leggerezza; l’opera di ceramica e porcellana di Giulia Lanza ispirata all’incendio che colpì nell’estate 2017 la “Pineta di Castel Fusano”; l’opera di Mattia Cleri Polidori, che dedica i suoi lavori al cimitero di alberi carbonizzati, documentati e restituiti su carta dopo l’incubo delle fiamme; l’installazione modulare di collage su carta e strutture in ferro di Sofia Ricciardi, “Essere nella forma, fuori la forma”, in cui si concentrano poetica del frammento, idea della fragilità e una continua trasmutazione dei corpi, dei segni, dei sistemi complessi.