Come eravamo: le cartoline di Venezia alla Fondazione Cini


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Venezia, Il mercato del pesce

Migliaia di cartoline che documentano la vita di Venezia e della laguna tra l’800 e il 900, in questo mese di giugno entrano a far parte delle collezioni documentali della Fondazione Cini di Venezia. 6602 cartoline di pregio e rarità che documentano tessuto urbano, monumenti, edifici, opere d’arte, e attività industriali e commerciali, cantieristica navale, avvenimenti, feste, costumi di Venezia come pure di altri centri lagunari (Pellestrina, Chioggia, Sottomarina), che grazie a una generosa donazione privata di anonimi appassionati, ora arricchiscono le cospicue collezioni della Fondazione dedicate a Venezia e alla sua storia.

Molte delle cartoline che compongono la collezione, originariamente formata da Bruno De Blasi, sono state pubblicate tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento da editori italiani e stranieri, come il veneziano Pietro Brasolin e lo svizzero Carl Künzli, utilizzando tecniche di stampa differenti, dalla fotocromia e alla stampa al bromuro.

La raccolta, probabilmente la più grande collezione al mondo di cartoline su Venezia, possiede un notevole valore documentale poiché raccoglie gli scatti di alcuni fotografi veneziani come, come Carlo Naya e Tomaso Filippi, e illustrazioni realizzate da artisti noti, come la serie dedicata alla vita lagunare realizzata dal pittore Raffaele Tafuri che fornisce una originale testimonianza della storia e della cultura lagunare di quegli anni.

Di particolare attrattiva, oltre quelle classiche, raffiguranti ‘vedute’ dei luoghi di Venezia, sono le cartoline che documentano la vita e le attività tradizionali nei campi cittadini, dalle ‘impiraresse’ ai ‘becheri’, o quelle raffiguranti esercizi commerciali e ditte cittadine come vetrerie, falegnamerie e antiquari. In molti casi si tratta di preziose testimonianze di una Venezia che, come si usa dire spesso, non c’è più.

Le cartoline rappresentano anche uno strumento prezioso per la ricerca. Non appena adeguatamente catalogate, infatti, saranno liberamente consultabili dal pubblico dei docenti, studenti, ricercatori e studiosi interessati all’argomento.

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