Giorgio Vasari tra Venezia e Arezzo. La Speranza e altre storie dal Soffitto di Palazzo Corner-Spinelli


Stampa

Giorgio Vasari tra Venezia e Arezzo-La Speranza e altre storie dal Soffitto del Palazzo Corner-Spinelli

Il Polo museale della Toscana e il Museo di Casa Vasari di Arezzo, con Munus/Mosaico, in collaborazione con le Gallerie dell’Accademia di Venezia, presenta al pubblico per la prima volta l’Allegoria della Speranza, in una mostra aperta fino al 9 settembre, realizzata a cura di Rossella Cavigli, Giulio Manieri Elia e Rossella Sileno.

Lo scomparto era formato dalla tavola con la figura de “La Speranza”, recentemente acquistata dallo Stato con il contributo di Fondazione Venetian Heritage Onlus e Fondazione Venice In Peril Fund (Londra) per le Gallerie dell’Accademia di Venezia ed oggi finalmente restaurata, e dal “Suicidio di Giuda”, che dal 1980 fa parte delle collezioni esposte nella Casa del Vasari in Arezzo.

A settembre al termine della mostra, entrambe le opere, che erano state separate sin dal XVIII secolo, verranno trasferite ed esposte in Laguna, dove saranno ricongiunte agli altri scomparti, nella prossima ricomposizione del soffitto curata dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
L’esposizione ad Arezzo, città natale dell’artista, rappresenta una tappa fondamentale di un lungo percorso di acquisizione, ricomposizione e restauro del ciclo pittorico vasariano.
Giorgio Vasari eseguì le decorazioni del soffitto durante il soggiorno veneziano con la collaborazione di Cristoforo Gherardi e Battista Cungi, su commissione di Giovanni Cornaro, per una sala del palazzo che la famiglia aveva acquistato sul Canal Grande, la cosiddetta “Camera Nova”, in occasione della ristrutturazione della dimora da parte dell’architetto Michele Sanmicheli.
Il Soffitto Corner-Spinelli è molto vicino per tipologia e scelte iconografiche ai soffitti dipinti presenti nell’abitazione aretina del Vasari, da lui ideati e realizzati appena sei anni dopo il suo fondamentale soggiorno veneziano. Vasari, infatti, decorò riccamente le stanze del piano nobile della propria abitazione secondo un preciso programma di celebrazione del ruolo dell’artista, utilizzando riferimenti mitologici, biblici, e allegorie.
Nell’occasione il Museo Aziendale Gori&Zucchi – Uno A Erre di Arezzo partecipa all’evento con una sezione dedicata all’oreficeria della seconda metà del Novecento, ispirata ai gioielli del Rinascimento.
L’eventooltre ad avere il sostegno di alcuni sponsor, è stato in parte realizzato grazie a finanziamenti erogati per mezzo dell’Art Bonus, lo strumento del Ministero dei  Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che a partire dal 2014 facilita il mecenatismo dei privati a favore del patrimonio culturale, attraverso l’introduzione di un credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *