Si chiama “Revenge” l’installazione di Nico Vascellari (Vittorio Veneto 1976) allestita al museo MAXXI di Roma fino al 2 settembre, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e a distanza di undici anni dalla sua prima presentazione alla Biennale di Venezia, opera con cui Vascellari vinse l’edizione 2006-2007 del Premio per la Giovane Arte Italiana, e che oggi è parte della collezione del Maxxi Arte.
“Revenge” si compone di un’alta parete di legno verniciato e combusto, all’interno della quale sono incastonati amplificatori di diversa grandezza, che rimandano puro rumore ad alto volume. Nella sua prima versione, le casse restituivano la voce dell’artista distorta in un suono quasi demoniaco. A più di dieci anni di distanza, in occasione del suo riallestimento al Maxxi, Vascellari ne propone una nuova versione con una traccia sonora composta dalla rielaborazione dei suoni prodotti durante una performance corale, realizzata proprio al museo. L’evento è sostenuto da Fendi, che così rafforza il suo legame con Roma e con il mondo dell’arte, un legame alimentato dal restauro della Fontana di Trevi nell’ambito del progetto “Fendi for Fountains”, dalla partnership con la Galleria Borghese, dalla riapertura del Palazzo della Civiltà del Lavoro all’Eur con spazi aperti al pubblico e dedicati a mostre.
L’artista è rimasto chiuso al buio per una settimana in uno spazio di circa 4 metri quadri, ha colpito per ore una enorme scultura in bronzo facendola risuonare nello spazio, ha cantato su un palco la cui scenografia era sorretta dalla sua famiglia, si è seduto sul guardrail di una strada a quattro corsie con le auto che sfrecciavano a pochi centimetri da lui.
Per questa parte performativa da cui scaturisce l’audio dell’opera, l’artista, che ama definirsi un “attivista a livello del sottosuolo”, ha voluto utilizzare anche alcuni spazi sotterranei del museo, per la prima volta aperti al pubblico.
In linea con il carattere relazionale, ambientale, sonoro e performativo tipico del suo lavoro, Vascellari ha pensato una serie di azioni sonore e musicali disseminate in varie aree e a diversi livelli del museo, ispirate dal concetto di strato sia dal punto di vista strutturale che culturale.
Come in tutti i lavori di Vascellari, anche per il progetto Revenge la sua ricerca di espressione e di liberazione dai confini della mente e del corpo è stata preceduta da una accurata pianificazione, simile a un rituale, grazie al quale l’artista con tutto il suo carico di drammatico e incontrollabile estro, può muoversi senza limiti di tempo e di spazio. L’artista propone al visitatore un percorso immersivo che lo porta a confrontarsi con i concetti basilari di sopra e sotto o dentro e fuori, spunto per quelli ben più complessi di realtà e finzione, e una occasione per esplorare le regole non scritte ma silenziosamente stabilite, di ambiti come l’Arte o la Musica, cui l’artista appartiene.