La prima mostra è intitolata “Il diletto del praticante”, curata dallo stesso Direttore Lorenzo Giusti ed è la prima personale in un’istituzione museale italiana dello scultore americano Gary Kuehn (Plainfield, New Jersey, 1939).
Suddivisa tra gli spazi espositivi della Galleria e la prestigiosa Sala delle Capriate, nell’antico Palazzo della Ragione di Bergamo, la mostra accoglie un nucleo significativo di circa 70 opere, tra le più im
portanti della produzione dell’artista: sculture, disegni, dipinti e installazioni realizzati dall’inizio degli anni Sessanta vanno a tracciare un percorso stratificato, comprensivo di una serie di nuove produzioni realizzate appositamente per questa occasione, volto a restituire le evoluzioni stilistiche del linguaggio di Kuehn e a mettere in luce la sorprendente attualità del suo lavoro.
La seconda mostra è allo Spazio Zero; si intitola “Enchanted Bodies / Fetish for Freedom” ed è a cura di Bernardo Mosqueira, vincitore della nona edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte, EnterPrize, riconoscimento che dal 2003 sostiene la ricerca di un curatore under 30.
Sviluppato indagando l’epistemologia e la cosmovisione della religione afro-brasiliana Candomblé, che riconosce la profonda influenza che gli oggetti possono avere sulla vita delle persone e su ciò che le circonda, la mostra esplora la possibilità umana di creare oggetti in grado di trasmettere un senso di libertà e di forza e pone in evidenza la capacità tipica del corpo migrante di generare e trasmettere la propria cultura in Paesi diversi da quello di origine, divenendo al contempo fruitore delle culture con cui viene a contatto.
Dopo aver analizzato la permanenza e le trasformazioni del patrimonio africano nella cultura brasiliana in seguito alla diaspora e alla schiavitù, Mosqueira ha concepito un progetto che riunisce opere di 17 artisti internazionali accomunati dall’esperienza quotidiana della lontananza dal luogo di nascita, in quanto migranti temporanei, nomadi, rifugiati, deportati, immigrati o esuli.
La terza mostra, ospitata al secondo piano, è dedicata a “La Collezione Impermanente”, a cura di Valentina Gervasoni e Fabrizia Previtali e si tratta di una piattaforma espositiva e laboratoriale che andrà a costituire nei prossimi anni uno strumento di ricerca sul patrimonio custodito. Avvia questo progetto l’artista rumeno Dan Perjovschi, invitato dalla GAMeC a progettare una provocatoria campagna pubblicitaria per gli spazi cittadini e per i canali social della Galleria.
Infine, “Artists’ Film International”, il network dedicato alla videoarte che, dal 2008, coinvolge alcune tra le più importanti istituzioni internazionali d’arte contemporanea. Questa è la decima edizione e il tema è la “verità”, mentre le curatrici sono Sara Fumagalli e Valentina Gervasoni che hanno selezionato l’artista italiana Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984) e l’opera “I’m Talking to You” (2016-2018). Il video presenta un montaggio ideato per l’occasione, e si compone di una serie di registrazioni che l’artista ha raccolto presso le abitazioni private di alcuni cittadini di Helsinki, nel quartiere di Maunula, nell’atto di ascoltare notizie alla radio, sul computer o in tv.
Il video sarà visibile per tutta la durata della rassegna; fino al 17 giugno verrà proiettato singolarmente e successivamente sarà incluso nel calendario delle proiezioni che presenterà, con una cadenza di tre settimane per ciascuna serie, le opere video proposte dalle altre istituzioni partecipanti: Fundación PROA, Buenos Aires; Whitechapel Gallery, Londra; Istanbul Modern, Istanbul; Belgrade Cultural Centre, Belgrado; Video-Forum of Neuer Berliner Kunstverein (n.b.k.), Berlino; Museum of Modern Art, Varsavia; MAAT – Museum of Art, Architecture and Technology, Lisbona; Bonniers Konsthall, Stoccolma; Tromsø Kunstforening, Tromsø; Ballroom Marfa, Marfa (Texas); Hammer Museum, Los Angeles; CAC, Contemporary Art Centre, Vilnius; Project 88, Mumbai.