Alexander Rodchenko. Revolution in photography


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Alexander Rodchenko, La scalinata, 1930
Stampa alla gelatina d’argento dal negativo originale dell’artista
Collection of the Multimedia Art Museum, Moscow
© A. Rodchenko – V. Stepanova Archive/ Multimedia Art Museum, Moscow

A Palazzo Te di Mantova fino al 27 maggio è esposta una raccolta di circa centocinquanta fotografie, dai negativi originali degli anni Venti e Trenta, di Alexander Rodchenko (1891 – 1956), esponente di primo piano dell’avanguardia sovietica del XX secolo.

Le fotografie esposte nelle Fruttiere della villa di Giulio Romano, provenienti dalla collezione del Multimedia Art Museum, Moscow e selezionate dalla curatrice Olga Sviblova, documentano il ruolo rivoluzionario di Alexander Rodchenko nell’ambito della fotografia.

La mostra “Alexander Rodchenko. Revolution in photography” è prodotta e organizzata dal Ministero della Cultura della Federazione Russa, dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, dal Museo Civico di Palazzo Te e dal Multimedia Art Museum, Moscow, con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, in sinergia con Russian Seasons.

Introducendo il pensiero concettuale e l’ideologia costruttivista, Alexander Rodchenko determina un cambiamento radicale del modo di concepire la natura della fotografia e il ruolo del fotografo: anziché mero riflesso della realtà, la fotografia diviene anche uno strumento per la rappresentazione visiva di costruzioni intellettuali dinamiche. Nella sua opera fotografica la composizione si coniuga con un approccio documentario autentico e con la capacità di cogliere istantaneamente le sensazioni dell’uomo moderno.

La “rivoluzione” operata dall’artista – che spinge la critica a definirlo “il padre della fotografia sovietica” – dà forma a uno stile e a un linguaggio visivo del tutto unici, combinando gli espedienti formali del “Metodo Rodchenko”, tra questi la composizione diagonale da lui scoperta, la prospettiva scorciata, punti di ripresa insoliti dal basso verso l’alto e viceversa, l’ingrandimento di dettagli e una componente romantica che ispira il suo pensiero utopico.

Il percorso espositivo a Palazzo Te si apre con  l’Autoritratto caricaturale del 1922, esposto accanto a un corpus di ritratti, in cui appaiono anche amici e familiari, e alle famose fotografie La scalinata (1930) e Ragazza con una Leica (1934).

L’itinerario di mostra prosegue con una selezione di immagini sulla realtà industriale raccolte nelle short series: Fabbrica di automobili AMO del 1929; MoGES (Centrale Elettrica di Mosca); Scala antincendio (con un uomo) del 1925.

Le spettacolari parate di ginnasti e atleti sono protagoniste degli scatti che raccontano lo spirito dinamico e la nascente coesione sociale degli anni Trenta in Russia.

La nuova attenzione rivolta da Rodchenko al dettaglio mette in luce l’armonia delle architetture e delle nuove forme create dalla tecnologia; su questo tema sono esposte in mostra la Torre Shukhov del 1929 e Fabbrica di lampadine elettriche di Mosca realizzata a cavallo degli anni Venti e Trenta.

La nuova Mosca è documentata con le fotografie della costruzione del Parco della Cultura e della asfaltatura delle strade di Leningrado, e con le immagini di edifici simbolo, quali quello progettato da Ginzburg sul viale Novinski e quello del Mosselprom.

La fotografia di stampo giornalistico è testimoniata dagli scatti dei fotoreportage all’interno dell’ufficio editoriale e dell’archivio del giornale “Gudok” (1928) e quello sui lavori di costruzione di grandi imprese ingegneristiche, in particolare la costruzione del canale che collega il Mar Bianco con il Mar Baltico.

Con le acrobazie degli artisti del circo si conclude una narrazione fotografica di grande suggestione, fortemente rappresentativa dello spirito dei nuovi tempi.

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