La musica dell’inchiostro


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A Milano, nella Sala Maria Teresa della biblioteca Braidense, fino al 28 aprile prossimo sono esposte le “Calligrafie” di Luo Qi e Silvio Ferragina, poste in dialogo con i fondi cinesi della stessa Biblioteca Braidense.
Luo Qi (Hangzhou, 1960), presenta una serie dal titolo “La musica dell’inchiostro – Melodie silenti” in cui, prendendo spunto da famose canzoni italiane, come “O sole mio” e “Volare”, e da arie di opere liriche come “Rigoletto” e “La traviata”, traduce queste melodie in una concatenazione di segni calligrafici ispirati al più antico sistema di notazione musicale cinese, risalente al X secolo e costituito da antichi caratteri. A fare eco a questa serie, ci sono le tele di Silvio Ferragina (Milano 1962). Nella sua serie intitolata “Ink – CHING: Musicalligraphy Divinations”, egli fa esplicito riferimento al più antico testo sapienziale cinese, l’I- Ching, e traduce otto dei suoi esagrammi in note musicali riportate su un pentagramma.

Una preziosa selezione documentaristico-libraria proveniente dai fondi cinesi della Biblioteca accompagna l’esposizione di queste “calligrafie musicali”. Nelle vetrine sono, infatti, visibili alcune opere che testimoniano l’interesse per l’oriente cinese a partire dai Gesuiti, da cui hanno origine le collezioni della Braidense. Tra queste, spicca un raro esemplare del Planisfero del gesuita Giulio Aleni (1582-1649), chiamato dai contemporanei cinesi “Confucio d‘Occidente” che, pubblicato nel 1623 su commissione dell’Imperatore Wan Li, costituisce una delle prime carte geografiche dell’Impero cinese. A questo, si aggiungono il diploma imperiale rilasciato all’astronomo gesuita Johann Adam Schall von Bell (1591-1666) per i servizi resi nella realizzazione del nuovo calendario cinese del 1630 e alcune grammatiche e manuali del XVII secolo destinate all’insegnamento della lingua cinese ai missionari.
Sono, inoltre, esposte le opere di Giuseppe Hager (1757-1819), importante studioso di teologia e lingue orientali, che nel 1802 si dedicò alla compilazione di un dizionario cinese-francese e nel 1806 venne nominato sotto bibliotecario in Braidense.

A questi fondi antichi, è affiancato il più recente fondo Edoarda Masi, donato nel 2012 alla Biblioteca e per la prima volta esposto al pubblico.
La mostra vanta la partecipazione dell’Archivio Storico Ricordi, la raccolta musicale del celebre editore milanese ospitata dalla Biblioteca Braidense dal 2003, che espone una preziosa selezione di documenti relativi a Turandot di Giacomo Puccini, l’opera di ambientazione cinese del celebre compositore. Si possono così ammirare i figurini originali di Umberto Brunelleschi realizzati su richiesta dello stesso Puccini, una carta della partitura autografa, l’edizione a stampa a tiratura limitata con copertina dipinta a mano da Leopoldo Metlicovitz, il libretto e la rivista uscita in occasione della prima assoluta, il 25 aprile 1926.
La mostra è curata da Adriana Iezzi e nasce da un’idea di Silvio Ferragina. Selezione dei fondi cinesi a cura di Aldo Coletto e Marina Zetti della Biblioteca Braidense. La produzione è a cura di Tadaam in collaborazione con la Braidense.
Per tutta la durata della mostra sono previsti a scadenza settimanale degli eventi legati al tema dell’esposizione che consisteranno in performance calligrafico-musicali legate alle principiali forme di calligrafia cinese e a diverse modalità musicali, e che vedranno come protagonisti artisti provenienti da tutto il mondo. Tra questi, Sainkho Namtchylak, voce intessuta di luce, di spazi, di tempo, con caratteristiche timbriche che la rendono unica; Aisha, alias Andrea Dulbecco e Luca Gusella, rispettivamente virtuosi del vibrafono e della marimba a cinque ottave, ma anche percussionisti a tutto campo; Ares Tavolazzi e Alessandro Cerino, il formidabile e imperdibile duo del Jazz contemporaneo; e Giulio Casale e Michele Rabbia, voce e musica in cui trovare un rifugio sicuro. L’organizzazione delle serate è a cura di Tadaam.

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