Giuseppe Mentessi (1857-1931). Artista di sentimento


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Giuseppe Mentessi, Artista di sentimento (particolare)

Alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara, dal 10 marzo al 10 giugno è allestita la mostra sul tema dell’espressione dei sentimenti in pittura, attraverso dipinti e disegni di una figura di spicco dell’arte italiana fra Otto e Novecento, nel momento di passaggio dal verismo al simbolismo: Giuseppe Mentessi (Ferrara 1857-Milano 1931).

L’esposizione, curata da Marcello Toffanello, organizzata dalle Gallerie Estensi in collaborazione con AssiCoop Modena&Ferrara UnipolSai Assicurazioni e Legacoop Estense, affronta il tema dell’espressione dei sentimenti in pittura tra il 1890 e il 1909, coincidente con il periodo centrale e più significativo dell’attività dell’artista ferrarese.

Le opere di Giuseppe Mentessi esposte sono proveniente dalla collezione di AssiCoop, oltre a una scelta di disegni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara.

Il percorso artistico di Mentessi e la sua adesione alle tematiche sociali viene qui riassunto da tre dipinti particolarmente significativi: Visione tristeOra tristeRamingo e dai loro bozzetti e disegni preparatori, per seguire il processo creativo, dall’invenzione del soggetto alla sua trasposizione su tela.

Esemplare in tal senso è il dipinto Visione triste, proveniente dalla Galleria Ca’ Pesaro di Venezia, proposto accanto al bozzetto inedito a pastello, a grandezza naturale, recentemente acquistato da AssiCoop, e di una selezione significativa della lunga serie di disegni eseguiti dall’artista nella preparazione dell’opera.

Altre due opere definiscono i termini dell’adesione di Mentessi alle tematiche del realismo sociale. Ora triste, di cui si espongono in mostra due disegni e il bozzetto a olio delle Gallerie d’Arte Moderna di Ferrara, fu presentata alla prima Triennale di Brera a Milano nel 1891. Vent’anni più tardi, mutato ormai il clima artistico, Ramingo, conservato al MASI -Museo d’Arte della Svizzera Italiana di Lugano, esposto alla Biennale del 1909 chiude la fase più felice e innovativa dell’opera di Mentessi. Il confronto con il bozzetto proveniente dalle collezioni ferraresi della Banca Popolare dell’Emilia Romagna rivela come, anche in questo caso, il dialogo silenzioso fra il povero pellegrino e il Cristo sofferente sia frutto di un ripensamento in chiave simbolista e religiosa di una prima idea per l’opera, raffigurante una madre col bambino.

La mostra si chiude con una selezione di disegni provenienti dal ricco fondo di opere grafiche di Mentessi nelle collezioni di AssiCoop, che permette uno sguardo nel laboratorio dell’artista: dalle prime idee abbozzate su fogli di fortuna a studi dettagliati pronti per essere riportati sulla tela. A questi si aggiungono i molti fogli di taccuino fitti di annotazioni, in cui sono acutamente colti scorci di paesaggio, testimonianze di una felice attività artistica quotidianamente praticata da Mentessi fin negli ultimi giorni di vita.

A corredo della mostra è stato pubblicato un catalogo con testi di Michele Nani e Marcello Toffanello, disponibile in Pinacoteca.

Inoltre, in concomitanza con la mostra, le Gallerie Estensi hanno organizzato presso la Pinacoteca Nazionale di Ferrara una ricca serie di appuntamenti musicali e conferenze in tema con l’esposizione.

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