Nello Studio Museo Francesco Messina di Milano, fino al 4 aprile, sono esposte le fotografie delle tre danzatrici, Accolla, Fracci e Savignano, ritratte oggi da Gianluca Balocco e gli arazzi disegnati di Zachari Logan, che si confrontano con le sculture del maestro dedicate alle stesse danzatrici negli anni Cinquanta.
La mostra è organizzata dal Comune di Milano, Assessorato alla Cultura in collaborazione con lo Studio Museo Francesco Messina; è voluta dalla direttrice del museo Maria Fratelli, che ne cura anche la realizzazione assieme a Francesca Bacci, ed è inserita nel ciclo di appuntamenti “Il lato della scultura” dedicato al rapporto tra scultura, l’immagine bidimensionale, che la rappresenta, la evoca o le risponde, sia essa fotografia o disegno.
Sono esposti 18 scatti di Gianluca Balocco, realizzati con un apposito set fotografico nelle storiche sale di Palazzo Reale per ritrarre tre celebri ballerine di fama internazionale, sono il risultato di un lavoro in cui le tre donne emergono per la loro forza, esperienza e vigore nel corpo esile e flessuoso come un giunco, modellato dal tempo.
Le tre figure femminili incarnano tre modi diversi di essere donna e di definire la bellezza, suggerendo riflessioni sull’omologazione estetica diffusa nella società contemporanea; in mostra le fotografie di piante sacre indiane riprese nella loro interezza, comprensiva di radici, rimandano alla unicità di ciascuna ballerina.
Il legame con il mondo vegetale è presente anche nei lavori policromi di Zachari Logan che propone The Gate, un disegno realizzato ad hoc che si sviluppa in verticale come un arazzo sui tre piani del museo. Le tre sezioni dell’opera, in cui sono rappresentate differenti varietà di vegetazione che si rarefanno nella parte superiore, assumono la valenza di fondale scenico alle opere di Messina la cui presenza è evocata dagli spazi vuoti che alludono a un immaginario posizionamento delle sculture tra le foglie e dall’utilizzo di tutti i toni di verde presenti nelle patine metalliche dei lavori del maestro.
Per completare il sovvertimento dei valori, al piano sotterraneo, a raccogliere il messaggio di questo spettacolare arazzo disegnato, chiude concettualmente la mostra l’autoritratto Naked in the rose in cui le foglie si scansano e si intravede nel giardino la figura dell’artista che cammina nudo. È una risposta ai corpi rappresentati da Messina, corpi in cui l’identità dei nudi atletici maschili contrasta con quella aggraziata e sensuale femminile propria dell’epoca, in una dicotomia risolta e armonizzata nel nudo di Logan. Una figura, questa, che chiude il cerchio delle identità possibili, fisiche, espressive e potenti, modulate da Messina nel vigore della giovinezza, riprese nei corpi potenti e naturali dalle ballerine di Balocco e risolte nel nudo profondamente umano di Logan.