Aperta al pubblico negli spazi espositivi della GAMeC di Bergamo per tre mesi, fino al prossimo 6 maggio prossimo, la mostra “Raffaello e l’eco del mito” nasce da un progetto della Fondazione Accademia Carrara ed è realizzato in collaborazione con la GAMeC in coproduzione con Electa/Marsilio.
La mostra è curata da M. Cristina Rodeschini, Emanuela Daffra, Giacinto Di Pietrantonio e racconta la formazione del maestro urbinate, la sua attività e la sua fortuna.
Alcune opere di Raffaello sono state prestate dai più importanti musei del mondo, tra cui: National Gallery di Londra, Staatliche Museen zu Berlin – Gemäldegalerie di Berlino, Metropolitan Museum of Art di New York, Pushkin State Museum of Fine Arts di Mosca, State Hermitage Museum di San Pietroburgo.
Oltre ai venti lavori originali di Raffaello, costituiscono l’esposizione opere di Memling, Berruguete, Perugino, Pinturicchio, Signorelli, per citarne solo alcuni, con le quali si intende ricostruire con rigore quel contesto culturale a partire da un’indagine sulle radici culturali di Raffaello, attivo tra Urbino, Perugia e Siena.
Il percorso della mostra inizia dal San Sebastiano, capolavoro del giovane Sanzio presente nelle collezioni dell’Accademia di Carrara, il cui arrivo nella collezione di Guglielmo Lochis nel 1836 segna anche la ripresa d’interesse per la vicenda umana e artistica di Raffaello per continuare nel tempo fino ai giorni nostri.
Il percorso espositivo si completa con un gruppo scelto di opere del Novecento e del XXI secolo realizzate dagli artisti che meglio ne hanno raccolto l’eredità. L’influenza dell’artista urbinate si ritrova infatti nei d’après di Luigi Ontani, Salvo e Francesco Vezzoli, nel tratto di Pablo Picasso, nella magia pittorica di stampo classico di Giorgio de Chirico e Antonio Donghi, nella figurazione celebrativa di Carlo Maria Mariani, nella trasposizione fotografica delle performance di Vanessa Beecroft e nelle fotografie digitali di Mariella Bettineschi. E ancora, nelle opere “impacchettate” di Christo, nelle figure femminili ritratte da Omar Galliani, nella ricerca formale combinata a enigma di Pietro Roccasalva e nei lavori di tre artisti concettuali che dialogheranno con l’opera del Sanzio in un excursus attraverso i secoli: Ettore Spalletti, capace di fare propria l’intimità universale che ha attraversato la storia dell’arte; Luciano Fabro, che evoca uno dei capolavori di Raffaello, e Giulio Paolini, che presenta un’opera inedita realizzata proprio a partire dal San Sebastiano.