Presso la Scala Contarini del Bovolo di Venezia, la Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. realizza una mostra dedicata alle acqueforti di Giorgio Morandi, considerate oggi capolavori assoluti dell’arte incisoria, che rimarrà aperta al pubblico fino al 26 novembre prossimo. Concentrandosi su questo aspetto della produzione del Maestro significa dare rilievo a una tecnica a cui Morandi si è dedicato con eccellente perizia tecnica e vena poetica per tutta la sua carriera, considerandola della stessa importanza della sua produzione ad olio. La mostra esamina i principali temi che hanno contraddistinto la sua opera: i paesaggi, i raffinati vasi di fiori e soprattutto quelle nature morte che lo hanno accompagnato per tutta la vita, trovando sempre l’equilibrio perfetto tra segni e chiaroscuri intensi.
La tecnica incisoria è sempre stata messa al centro della ricerca artistica di Morandi dall’artista stesso. Il Maestro infatti, inizia a dedicarsi all’incisione già dal 1910-11, maturando quel linguaggio e quei contenuti che lo avrebbero accompagnato per il resto della vita. Nonostante l’economia dei soggetti, le nature morte e i paesaggi che caratterizzano il suo percorso artistico si contraddistinguono per una sempre diversa intensità espressiva: si tratta di indagare a fondo tutti i possibili equilibri formali, le variazioni tonali che i diversi gradi del chiaroscuro riescono a restituire, raggiungendo così esiti sempre diversi e sempre eccellenti. Non a caso Morandi viene considerato uno dei maggiori incisori del Novecento e nel 1930 viene chiamato a ricoprire il ruolo di docente di Tecniche dell’Incisione all’Accademia di Belle Arti di Bologna, incarico che verrà rinnovato fino al 1956.
Proprio per questo motivo Morandi non ha mai subordinato l’arte della grafica a quella della pittura. Già a partire dalla Biennale di Venezia del 1928, anno in cui vi partecipa per la prima volta, Morandi ama selezionare le sue incisioni per presentare la sua ricerca al pubblico internazionale della Biennale. Negli anni, la resa resta sublime, così come continua la voglia di indagare a fondo gli oggetti e i luoghi che lo circondano: si tratta di variare le gradazioni tonali, calibrare a seconda dei casi la tessitura del tratteggio, sperimentare composizioni sempre diverse in base ai riflessi luminosi. La perizia e la maestria con le quali Morandi continuerà a condurre il suo lavoro gli varranno, nel 1953, il riconoscimento internazionale del Gran Premio per l’Incisione alla Biennale di San Paolo in Brasile.
La mostra presso la Scala Contarini del Bovolo di Venezia rinnova il merito al Maestro bolognese dell’aver portato la tecnica dell’incisione ai più alti livelli, mantenendo sempre costanti l’intensità e la carica espressiva dei contenuti.