Presso il Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto, fino all’8 aprile 2018 è in mostra “L’arte che salva. Immagini della predicazione tra Quattrocento e Settecento. Crivelli, Lotto, Guercino”, a cura di Francesca Coltrinari e Giuseppe Capriotti dell’Università di Macerata.
Si tratta della prima mostra appartenente al ciclo di eventi “Mostrare le Marche”, il progetto Biennale della Regione Marche che prende il via con Loreto e vede, nel 2017, ulteriori mostre a Macerata e Ascoli Piceno e, nel 2018, le tre rassegne espositive di Fermo, Fabriano e Matelica. I sei eventi d’arte nascono con l’intento di valorizzare nel biennio 2017-2018 il patrimonio culturale delle aree colpite dal sisma, attraverso la promozione di attività espositive realizzate utilizzando le opere d’arte provenienti dai musei e dalle collezioni pubbliche ed ecclesiastiche interessate dall’ultimo terremoto, e messe in sicurezza presso i depositi attrezzati del MIBACT.
La rassegna è promossa dalla Regione Marche, Assessorato alla Cultura e Turismo, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Segretariato Regionale per le Marche, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e dall’Anci Marche in accordo con la Conferenza Episcopale Marchigiana ed è realizzata in collaborazione con la Prelatura della Santa Casa di Loreto e del Comune di Loreto. L’iniziativa si avvale del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto e della Fondazione Opere Laiche Lauretane e Casa Hermes. Con il patrocinio dell’Università di Macerata e la partecipazione della Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù e l’organizzazione di Artifex International.
Questa mostra tematica di grande interesse storico, artistico e religioso, si propone di approfondire la conoscenza della produzione artistica collegata a un fenomeno che ha caratterizzato in profondità la cultura non solo europea, la predicazione.
Il percorso è suddiviso in otto sezioni che si snodano attraverso l’esposizione di dipinti di artisti più o meno noti, quali ad esempio, il San Nicola da Tolentino del Guercino, il Battesimo di Cristo e Cristo e l’Adultera di Lorenzo Lotto, insieme a preziosi manoscritti, libri e altri oggetti artistici, per raccontare l’origine e gli sviluppi della pratica predicatoria, l’uso e il significato delle immagini collegate alla predicazione, l’effetto che le prediche producevano sugli ascoltatori.
La prima sezione, i modelli biblici del predicatore, mostra quali sono stati i punti di riferimento nella Bibbia e nel Vangelo per i predicatori di tutte le epoche: i profeti, san Giovanni Battista, Gesù e gli Apostoli. In questa sezione, fra le altre, sono visibili le tele di Girolamo Muziano e l’arazzo fiammingo con La predica di san Paolo agli ateniesi(1620-1624ca.), derivato da una composizione di Raffaello.
Nella seconda sezione, i predicatori dell’Osservanza francescana si incontrano i più grandi predicatori del XV secolo, i frati francescani osservanti Bernardino da Siena, Giacomo della Marca e altri, figure carismatiche capaci di trascinare le folle con la loro oratoria, inventori di immagini per promuovere devozioni, culti o anche istituzioni laiche, come i monti di pietà.
Nella terza sezione, l’effetto delle prediche sull’animo umano: l’esempio di suor Battista da Varano, si racconta la storia di una grande ascoltatrice di prediche, mistica, scrittrice e guida religiosa, la suora clarissa Battista da Varano (1458-1524), figlia del duca di Camerino, santificata nel 2010. Gli oggetti esposti, quasi tutti appartenuti alla santa, provengono dal convento di Santa Chiara a Camerino, fortemente danneggiato dal terremoto.
Nella quarta sezione, I soggetti iconografici diffusi dall’ordine agostiniano, particolarmente legato alle Marche in quanto il primo santo dell’ordine è san Nicola da Tolentino (canonizzato nel 1446), presente in un capolavoro di Guercino, si viene a contatto soprattutto con la curiosa iconografia della Madonna del Soccorso, dove la Vergine Maria scaccia a bastonate il diavolo venuto a rapire un bambino, svelando il significato religioso e sociale dell’immagine.
Nella quinta sezione, La predicazione domenicana e il confronto con i francescani: il Rosario e l’Immacolata, si mettono in parallelo i due soggetti iconografici: il Rosario, diffuso soprattutto dopo la battaglia di Lepanto (1571), vinta dai cristiani contro i Turchi e attribuita proprio alla Madonna del Rosario; l’Immacolata Concezione della Vergine, al centro per secoli di scontri fra i vari ordini religiosi, fino alla proclamazione del dogma nel 1854.
La sesta sezione, intitolata La Predicazione e la conversione presenta le immagini della conversione di San Paolo, dell’ebreo Giuda divenuto san Ciriaco e dell’Adultera perdonata da Cristo, che fornivano agli “infedeli” (ebrei e turchi) e ai peccatori modelli di cambiamento e redenzione.
La settima sezione, la Missione predicatrice di don Felice Silvestrini da Petriolo (1711-1779) fa conoscere questa figura di umile sacerdote e missionario che fu educatore, predicatore e committente d’arte nelle Marche alla vigilia dell’Illuminismo.
Il viaggio ideale tracciato dalla mostra si conclude nell’ottava e ultima sezione (I predicatori, Loreto e il mondo: il trionfo dei gesuiti) con un’apertura all’Oriente, cristianizzato nel ‘500 dai missionari della Compagnia di Gesù, molti dei quali, come san Francesco Saverio e il maceratese padre Matteo Ricci, primi evangelizzatori rispettivamente del Giappone e della Cina, passati per Loreto. Qui vengono esposte vere rarità, come il ritratto di Matteo Ricci vestito da letterato Ming dei Musei di Macerata e un prezioso leggio laccato con intarsi di madreperla che si ritiene sia un dono alla Santa Casa di Loreto dei primi ambasciatori giapponesi giunti in Europa nel 1585.
Particolarmente curato è l’apparato didattico della mostra, con testi e supporti grafici elaborati per consentire la migliore comprensione al più ampio pubblico, secondo i più aggiornati criteri della comunicazione museale.
Infine, nella Pinacoteca Civica e nella città di Jesi è proposto un itinerario della predicazione legato ai temi della mostra “L’Arte che salva”. La mostra è corredata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.