Il percorso, assai complesso, tocca differenti epoche e culture d’Europa, delle Americhe, Africa, Asia, Australia. Le frontiere non esistono, nemmeno i confini per la creatività, questo è il miracolo della fotografia, come un affascinante “giro del mondo” a bordo di una raffinata macchina del tempo che dal primo Novecento sino alle più contemporanee sperimentazioni, plana su tantissimi Paesi e si sofferma a mettere in luce talenti e indimenticabili immagini. Questa mostra valorizza il lavoro e il ruolo delle donne, fa riflettere, indaga, rivede e tenta di riscrivere con equilibrio la storia della fotografia al femminile mettendo in cima le eccellenze che l’hanno caratterizzata.
Questa mostra di Udine presenta una selezione di 160 immagini di altrettante autrici, ossia una foto per ogni fotografa, artiste che hanno caratterizzato il XX e il XXI secolo:
L’esposizione, realizzata a cura di Ken Damy con la collaborazione di Silvia Bianco e Walter Liva, è un’antologia della fotografia al femminile che nasce con diversi obiettivi: comprendere il ruolo della donna davanti e dietro l’obiettivo in diversi contesti sociali e culturali, offrire una visione d’insieme sul lavoro delle donne ed evocare le preoccupazioni, gli impulsi attuali che spingono le donne a fotografare, svelare la personalità di quante hanno fatto della fotografia il proprio mezzo espressivo ed artistico.
La mostra ha rilevanza internazionale, è un vero e proprio viaggio nella storia tra i continenti e le culture, include territori lontani e distanti unito sotto un unico ombrello chiamato ”obiettivo”.
È complesso immaginare l’allestimento di una mostra così eterogenea, caratterizzata da colori e bianco e nero, luci e ombre, corpi, paesaggi ed oggetti. Proprio l’eterogeneità diventa punto di forza nell’organizzazione della collettiva in sezioni precise.
In mostra, inoltre, viene proiettato il video A History of Women Photographers del 1996 realizzato da Naomi Rosemblum, mentre un’altra sezione video viene dedicata alle fotografe friulane che, sulla scia di Tina Modotti, si stanno facendo conoscere e apprezzare.
Queste 160 fotografie provengono da diversi prestatori, gallerie pubbliche e private tra le quali ricordiamo il Museo Ken Damy di Brescia, la Fondazione Fratelli Alinari di Firenze, la Fondazione per la Fotografia di Modena, la Fondazione Archivio Afro di Roma, Il Museo Nazionale di Fotografia della Repubblica Ceca di Jindrichuv Hradec e il CRAF di Spilimbergo.
A corredo della mostra è stato pubblicato un catalogo contenente una prefazione di Naomi Rosemblum, un testo di Lorenza Bravetta, Ken Damy e le biografie, curate da Silvia Bianco e Walter Liva, di tutte le 160 autrici presenti in mostra.