Presso la sede di CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia di Torino, da oggi, 13 settembre e fino al 7 gennaio, è presentata una curiosa mostra di fotografie: “Arrivano i Paparazzi! Fotografi e divi dalla Dolce Vita a oggi” con la quale si “intende documentare, con un taglio originale e con molte immagini mai esposte in precedenza, la lunga, vitale stagione dei “Paparazzi” …., capace di influenzare il costume, le mode e talvolta di determinare il destino stesso di colui o coloro che di quelle immagini sono i protagonisti”.
L’esposizione prende avvio con la stagione dei Paparazzi, fenomeno esploso a Roma nella seconda metà degli anni Cinquanta e legato soprattutto al mondo del cinema. È questo il cuore dell’esposizione, in cui sono raccolte numerose immagini dei grandi protagonisti dell’epoca, fra cui Tazio Secchiaroli, Marcello Geppetti, Elio Sorci, Lino Nanni, Ezio Vitale e altri ancora. Con un’ampia selezione di stampe in gran parte d’epoca, si ricostruisce il clima visivo e culturale nel quale queste immagini sono nate e hanno circolato, con particolare attenzione nei confronti delle riviste, allora veicolo di informazione primario. Il contesto privilegiato è quello della famosa Roma di Via Veneto e della Dolce Vita, che permette un’immersione nella società e nel costume di quegli anni attraverso alcune fotografie ormai divenute icone e altre riscoperte e riunite per questa occasione. Tra i protagonisti di quella indimenticabile stagione sono presenti Anita Ekberg, Ava Gardner, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Walter Chiari, Richard Burton, Liz Taylor.
La mostra procede negli anni successivi con tematiche rinnovate in seguito ai mutamenti della società e degli stessi mezzi d’informazione. Compaiono sulla scena altri personaggi, le situazioni si fanno più scabrose, il gusto della sorpresa e dell’assalto che caratterizzava i Paparazzi si trasforma in uno sguardo da lontano, più voyeuristico. Esemplari sono a questo proposito due vicende. La prima è quella di Jackie Kennedy (poi Onassis), autentica icona della stampa di costume e scandalistica. La seconda è Lady Diana: anche la sua storia è strettamente legata a quella dei “ladri di immagini”, che seguono ogni momento della sua vita, dal fidanzamento con Carlo alle ispezioni nei campi minati della ex-Jugoslavia, fino a pochi istanti prima della sua morte.
Successivamente, avviene un ulteriore e radicale cambiamento nella comunicazione e l’impiego del mezzo digitale che contribuisce ad un nuovo mutamento del panorama di questo “genere”, così come si modificano anche i soggetti che incuriosiscono il pubblico e non sono più tanto gli attori, ma le figure del potere, politico e non solo. Il mondo della moda, spesso bersaglio delle “paparazzate”, si è appropriato di questo linguaggio con le immagini della grande fotografa Ellen von Unwerth, che hanno come protagonisti le star del nostro tempo, da David Bowie a Kate Moss a Monica Bellucci e che unisce l’ironia della citazione alla esplicitazione di uno sguardo al femminile, trasformando la vittima in protagonista.
La mostra si conclude con un ampio progetto di Armin Linke, tra i protagonisti della fotografia contemporanea, che ha lavorato sull’archivio di Corrado Calvo, moderno paparazzo reso celebre dalle sue istantanee sulle vacanze di Berlusconi: un lavoro, quello di Linke, che riflette anche sui temi dell’archivio e del senso di una professione e di un atteggiamento così controverso e affascinante.
La mostra, curata da Walter Guadagnini e Francesco Zanot, è sostenuta da Intesa Sanpaolo, Eni, Reda, Lavazza e Compagnia di San Paolo ed è accompagnata da un catalogo contenente i testi dei curatori, un intervento di Michele Smargiassi (giornalista) e saggi di Sam Stourdzé (direttore di Les Rencontres d’Arles) e Carol Squiers (curatrice dell’ICP – International Center of Photography).