“Young & Forever Young”, è una mostra collettiva che mette a confronto sei artisti di tre generazioni, ideata, organizzata e curata da Davide Bramante, che sarà esposta nella galleria Anna Marra Contemporanea di Roma fino al 28 luglio. Sono qui esposte le installazioni di Michele Ciacciofera e Paolo Scirpa, le tele di Romina Bassu e Giulio Zanet, e le fotografie di Turi Rapisarda e dello stesso Davide Bramante.
L’idea della mostra è un percorso di fratellanza, ma soprattutto di un confronto sincero e autentico tra linguaggi artistici e generazioni differenti, poiché l’arte non ha tempo essendo pura vitalità. L’esposizione rende perfettamente l’idea sincronica e diacronica dell’indagine umana sul tempo e sulle sue distorsioni, illusioni e profonde riflessioni di artisti, che in una comunanza di intenti, risultano giovani e per sempre giovani.
Espongono: Romina Bassu, romana, classe 1982, ricerca nell’estetica immaginifica delle prime pubblicità degli anni Cinquanta i volti inanimati dell’apparenza, talvolta utilizzando un tono sarcastico per deridere la massificazione e le forsennate cure estetiche dell’universo femminile. Giulio Zanet, di poco più giovane e milanese d’adozione, adotta un percorso sintetico, geometrico ma pur sempre dinamico, attraverso la magnifica complessità dei pattern utilizzati e dei giochi di colore.
A un passo generazionale si accostano Davide Bramante e Michele Ciacciofera. Il primo, fotografo internazionale e cosmopolita, di origine siracusana, traccia nelle sue opere fotografiche visioni simultanee di spazio e tempo per cogliere il frangente in cui la memoria avviene e si proietta nel futuro. L’altro, artista poliedrico e di chiara fama, che vive a Parigi ma abbraccia origini sarde e siciliane, abbina fossili e materiali naturali alle incisioni nelle ceramiche di segni rupestri tipici delle civiltà neolitiche.
All’ultima tappa generazionale appartengono: Turi Rapisarda, catanese d’origine e torinese d’adozione, fotografo anarchico e sperimentatore di ritratti che espongono stati mentali di individui colti nella loro massima espressione liberatoria, al di là di ogni regola e giudizio dello spettatore; Paolo Scirpa, artista siciliano dal curriculum intenso ed esperenziale, recupera il linguaggio delle sue prime denunce consumistiche proponendo geniali percorsi prospettici di spazi-luce, che lo rendono più che mai attuale nell’epoca della simulazione visiva e della ricerca dei rapporti della luce con l’infinito.