di Luca Baldazzi
Il Comune di Bologna ha ideato un progetto culturale per l’anno in corso, omaggiando Christian Boltanski e da giugno a novembre propone un programma articolato in vari luoghi della città e curato da Danilo Eccher.
Boltanski è legato da profondi rapporti con la città di Bologna, e questo progetto si realizza in concomitanza con la ricorrenza di alcuni anniversari che incrociano la storia di Bologna con quella di importanti istituzioni culturali: 10 anni di MAMbo e del Museo per la Memoria di Ustica, 40 anni di Emilia Romagna Teatro Fondazione, oltre ai 37 anni dalla Strage di Ustica.
Questo evento, pensato con la stretta collaborazione ideativa dell’artista, si compone di diversi momenti complementari in cui l’interazione tra arte contemporanea, tessuto urbano e società si sviluppa intorno al tema della memoria. Esso è promosso da Comune di Bologna (Area Cultura e Rapporti con l’Università e Istituzione Bologna Musei), e Emilia-Romagna Teatro Fondazione, in collaborazione con Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica e Regione Emilia-Romagna.
Il progetto si svolge attraverso un percorso scandito in vari interventi e diversi luoghi della città: un’ampia mostra antologica al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, uno spettacolo teatrale al teatro Arena del Sole, un’installazione presso l’ex bunker polveriera nel Giardino Lunetta Gamberini e un progetto speciale all’interno dell’ex parcheggio Giuriolo.
L’installazione permanente “A proposito di Ustica”, realizzata da Boltanski nel 2007 per il Museo per la Memoria di Ustica, partecipa a questo progetto speciale sottolineando una rinnovata centralità nell’ambito delle iniziative portate avanti dalle istituzioni culturali del Comune di Bologna.
Da questo periodo, inoltre, parte anche l’intervento di arte pubblica di grande impatto visivo Billboards. Cinque immagini selezionate dall’artista, sono riprodotte su numerosi tabelloni pubblicitari di vario formato, installati lungo le principali strade periferiche della città, collegando idealmente i luoghi della memoria coinvolti nel circuito del progetto.
Ma, il nucleo centrale dell’intero progetto, è la mostra antologica allestita al MAMbo dal 26 giugno al 12 novembre, che presenta oltre 20 installazioni e rilancia il ruolo del museo come luogo di ricerca e produzione sulla cultura del presente.
Questa mostra ripercorre la poetica di Boltanski da metà anni Ottanta fino gli anni più recenti e si articola in sale che affrontano i temi su cui si è concentrata la sua ricerca: la scomparsa, il rapporto dialettico fra vita e morte, la fragilità della memoria e del ricordo, la scommessa contro l’ineluttabilità dell’oblio, il senso di tragicità intrinseco alla storia.
La Sala delle Ciminiere, cuore del museo e dell’intero percorso espositivo, è occupata dalla struttura labirintica dell’installazione ambientale “Regard-Eyes”: immagini sfocate di volti anonimi stampate in bianco e nero su un tessuto trasparente di grande formato provenienti dall’archivio fotografico personale dell’artista.
Al centro della sala è collocata “Volver”, una forma piramidale alta oltre tre metri interamente ricoperta da coperte isotermiche dorate, materiali che richiamano le drammatiche immagini dei primi soccorsi prestati ai migranti.
Al concetto della transitorietà dell’esistenza umana e della ricostruzione di tracce di vita quotidiana è ispirata anche l’installazione collocata nell’ex bunker polveriera del Giardino Lunetta Gamberini.
All’interno del programma di iniziative per la celebrazione del trentasettesimo anniversario della Strage di Ustica, martedì 27 giugno inaugura l’installazione performance “Ultima”, frutto della collaborazione di Boltanski con lo scenografo Jean Kalman e il compositore Franck Krawczyk, che trasforma la sala principale del teatro Arena del Sole.
In occasione della mostra al MAMbo, il museo pubblica un catalogo, mentre il racconto iconografico di tutte le fasi del progetto trova spazio in un volume monografico che ripercorre l’intera carriera dell’artista francese, in uscita per Silvana Editoriale, a cura di Danilo Eccher.