Alla Real Academia de España a Roma, fino all’8 giugno è allestita la mostra “Oltre ogni ragionevole dubbio”, curata da Raffaele Quattrone, che propone le opere di Alberto Di Fabio e Kepa Garraza e si ispira a un principio del diritto italiano in base al quale il giudice emette una sentenza di condanna in quanto in possesso di prove talmente evidenti da giustificare l’emissione della condanna stessa.
Si tratta, in sostanza, di un’attestazione di certezza in netta differenza con la condizione sociale e culturale contemporanea definita dal sociologo tedesco Ulrich Beck come “società mondiale del rischio”, dove le certezze nel progresso della Modernità sono state definitivamente sostituite dal dubbio cioè dal metodo attraverso il quale la Modernità è nata e si è sviluppata. È questa la chiave di lettura utilizzata dal curatore Raffaele Quattrone per leggere le opere di Alberto Di Fabio e Kepa Garraza: due pratiche artistiche di grande qualità che riflettono sul modo attraverso il quale percepiamo ed esperiamo la realtà. Questo progetto si inserisce all’interno del Programma di collaborazione con professionisti e istituzioni italiane finalizzato alla promozione del dialogo tra il settore culturale di entrambi i paesi.
Alberto Di Fabio (Avezzano, 1966), artista di chiara fama internazionale, ci ha infatti da tempo abituati a riflettere su come percepiamo ciò che ci circonda ingrandendo ciò che è piccolo ed invisibile ma che non per questo è meno importante per la nostra esistenza. Atomi, neuroni, cellule ma anche aura, energia fosfenica, paesaggi mentali. Una “realtà parallela” che attraverso quel segno unico e distintivo si svela agli occhi del visitatore stimolando meditazione, raccoglimento, concentrazione. Un “gioco” di inversione di prospettive che diventa metodo per una crescita spirituale e morale. Opere che diventano porte di accesso a mondi paralleli dove la bellezza e l’armonia nutrono e rigenerano il nostro essere. Kepa Garraza, artista spagnolo di base a Bilbao, porta in mostra una selezione di opere tratte dalla sua nuova serie “Power”, alcune delle quali realizzate proprio per la mostra presso la Real Academia. In questa serie l’artista riflette sulla rappresentazione del potere nella cultura occidentale, dalla Grecia classica ai giorni nostri, a partire dall’uso della scultura per la produzione di ritratti di personaggi storici direttamente connessi al potere politico o militare. Ritroviamo così Giulio Cesare, Alessandro Magno, Vladmir Putin, Napoleone Bonaparte o Stalin. Personaggi che hanno fatto la storia dell’occidente ed hanno utilizzato l’arte come strumento di propaganda. Anche qui uno stimolo alla nostra capacità di percezione: non credete subito alla versione ufficiale.