Prosegue il progetto espositivo all’Aeroporto di Milano Malpensa, questa volta con una mostra dedicata ad Alessandro Busci (Milano, 1971), allestita, fino al 6 ottobre, a La Porta di Milano, con 40 opere su ferro e carta, di cui 9 di grande dimensioni su corten e una doppia installazione costituita da 24 carte appositamente pensate per lo spazio dell’aeroporto milanese per proseguire nelle Vip Lounge, nazionali e internazionali, con una trentina di opere a smalto su carta.
Questo progetto, promosso dalla SEA, è iniziato sette anni fa con la costruzione de La Soglia Magica, un’opera d’arte che è diventata la Porta di Milano, il luogo d’eccellenza dove ospitare eventi espositivi che salutano i passeggeri in arrivo e in partenza dal Terminal 1. Di qui sono passati grandi maestri quali Fausto Melotti, Marino Marini, Gio Ponti, Giuseppe Pellizza da Volpedo, e autori appartenenti al panorama artistico contemporaneo, quali Helidon Xhixha, Carlo Bernardini e altri. Con Busci, la cui opera è fortemente collegata a Milano, si ribadisce e si sottolinea il legame dell’aeroporto con la città e le sue atmosfere.
L’esposizione è curata da Angelo Crespi ed è organizzata in collaborazione con Imago art Gallery di Lugano.
Alessandro Busci è un pittore di veduta. Negli anni recenti si è consolidata la sua cifra espressiva, grazie alla sua indagine sul contesto urbano, soprattutto metropolitano, con il suo insieme di costruzioni in divenire e di preesistenze architettoniche storiche e contemporanee. In questa occasione, Busci analizza gli aeroporti intesi come ambienti architettonici, erroneamente considerati ‘non-luoghi’, in verità spazi reali che raccolgono le storie minime di milioni di passanti e che conducono l’artista milanese e il fruitore delle sue opere a riflessioni mentali, visive ed emotive.
L’attesa del volo, come recita il titolo del saggio critico , non è solo quella del viaggiatore, utente privilegiato dell’aeroporto, quanto anche quella degli aerei che Busci ritrae nel momento di riposo tra un atterraggio e un decollo, e che assurgono a simbolo del desiderio umano di libertà.
Come scrive Angelo Crespi, “quelle di Alessandro Busci sono dunque pure illuminazioni, stati d’animo che rapprendono sul ferro, generati di quella sostanza che è il pensiero, messi in moto dalla disponibilità di queste architetture di farsi tempio laico. Anche le immagini degli aeroplani, levigatissimo connubio di tecnica e design, rappresi nell’attimo della sosta tra terra e cielo, tra notte e giorno, esprimono la stupore dell’umano che trascende se stesso”.
Il catalogo della mostra è delle edizioni Bandecchi & Vivaldi.