La Galleria Four Partners di Milano celebra i suoi 10 anni di attività ospitando, fino al 26 maggio, presso la propria sede una collezione di trenta opere rappresentative dell’arte ottico cinetica, in una mostra curata dalla Galleria Valmore studio d’arte di Vicenza.
Il titolo della mostra si riferisce a un’opera cinetica di Davide Boriani: “Dinamica economica 1985”. Venticinque monete si muovono ciascuna a velocità leggermente diversa. Ogni movimento si ripete dopo un numero di secondi corrispondente a un diverso numero primo. Di conseguenza le venticinque monete si ritroveranno tutte nella posizione iniziale dopo un ciclo di 17 anni, 8 mesi, 15 giorni, 4 ore e 24 minuti.
Il dinamismo di quest’opera fa indubbio riferimento alla variabilità del mondo economico e introduce al concetto di cinetismo, caratteristico di un’importante corrente artistica della seconda metà del ‘900.
In questa esposizione vengono presentate opere di artisti appartenenti a diversi Gruppi che, nel decennio fra la fine degli anni ’50 e ’60, mettono al centro della loro ricerca il linguaggio visivo, i meccanismi della percezione e il movimento. L’Arte Ottica, conosciuta anche come Optical Art o Op Art e divenuta famosa a livello internazionale attraverso l’esposizione “The Responsive Eye” al Museum of Modern Art di New York nel 1965, si focalizza sul rapporto interattivo che le opere instaurano con l’occhio dello spettatore. L’Arte Cinetica concentra l’interesse sull’aspetto dinamico, sul movimento reale intrinseco all’opera. Entrambe fanno parte dell’Arte Programmata. La definizione Arte Programmata viene coniata da Bruno Munari, in occasione dell’omonima mostra organizzata a Milano nel 1962 per Olivetti (testo del catalogo di Umberto Eco), per esaltare il concetto di programmazione della struttura dell’opera che si apre alle infinite stabilizzazioni attivate dal fruitore.
Va ricordato che gli anni ’50 e ’60 vedono fervere studi e scritti sui processi della percezione visiva. Gli artisti presentati in mostra sperimentano e attualizzano questi risultati della ricerca e concepiscono l’opera artistica come dispositivo programmato per catturare l’occhio dello spettatore e renderlo complice, parte attiva dell’opera.
L’agire artistico non produce quindi più oggetti ma attiva “processi”, trascinando implicitamente a forza nel mondo dell’arte il concetto di “movimento”. Nell’arte cinetica non è più solo lo spazio ad essere indagato, ma il tempo acquista un significato fondamentale e con esso l’opera assume una dimensione dinamica.
Le opere esposte sono di: Alberto Biasi, Ennio Chiggio e Manfredo Massironi (Gruppo N, Padova), Davide Boriani (Gruppo T, Milano), MID, Milano (Antonio Barrese, Alberto Marangoni, Gianfranco Laminarca, Alfonso Grassi), Hugo Demarco (CRAV – Centre Recherche Art Visuelle, Paris), Joël Stein, Francisco Sobrino, François Morellet, Yvaral (GRAV – Group Recherche Art Visuelle, Paris), Dario Perez Flores, Enrique Careaga (Paris), Marcello Morandini.