Di Nicolas Froment, artista piccardo conosciuto più che altro per la sua attività in Provenza alla corte di Renato d’Angiò, sono giunte a noi poche opere. Una delle più celebri è la Resurrezione di Lazzaro, trittico dipinto nel 1461 oggi custodito nella Sala del Camino degli Uffizi, che proprio in questi giorni è stato presentato al pubblico nella sua nuova veste. Grazie al contributo dell’associazione Friends of Uffizi Gallery è stato sottoposto a un accurato restauro che ha restituito brillantezza alla cromia della stesura pittorica, migliorando in tal modo la leggibilità di particolari minuti e curiosi di tipico gusto fiammingo.
Realizzato interamente con legno di quercia, è composto da tre pannelli che, prima di essere dipinti, furono alloggiati nelle cornici, incastrati nell’incavo ricavato nello spessore. I trafori in legno dorato della tavola centrale, simili alle arcate di una cattedrale gotica, furono invece applicati successivamente, mentre il perimetro del pannello centrale è stato alterato nel corso di un vecchio restauro e le cerniere che collegano le ante laterali non sono originali, come pure il meccanismo di chiusura degli sportelli.
Il trittico illustra la storia di Lazzaro e delle sue sorelle Marta e Maria: nell’anta sinistra, Marta va incontro a Gesù per informarlo della morte del fratello; al centro, Gesù resuscita Lazzaro fra la commozione di Marta, Maria e degli apostoli; nell’anta destra la narrazione si conclude con la Cena in casa del fariseo, dove Maria onora il Salvatore ungendogli i piedi. Sul verso delle ante, il committente del dipinto Francesco Coppini (ambizioso prelato che fu nunzio apostolico per conto di papa Pio II), accompagnato da altri due personaggi non identificati, è effigiato, a destra, mentre prega davanti alla Vergine con il Bambino, raffigurata sull’anta sinistra. In basso, un’iscrizione reca la firma di Nicolas Froment e la data 1461. L’opera è pervenuta alle Gallerie fiorentine dal convento francescano di Bosco ai Frati in Mugello, dove giunse come dono dei Medici, in seguito alle soppressioni degli istituti religiosi di epoca napoleonica. Non è noto quale fosse l’originale destinazione del trittico, che pervenne a Pisa nelle mani di una compagnia mercantile.
La piccola mostra “Il restauro del trittico con la Resurrezione di Lazzaro di Nicolas Froment”, a cura di Daniela Parenti, resterà aperta nella Sala del Camino fino al 30 aprile. Oltre al trittico sarà possibile osservare i particolari del disegno preparatorio sottostante, venuto alla luce con le indagini riflettografiche, interessante da confrontare con l’opera finita. Ad esempio nella Cena in casa del Fariseo, l’apostolo Giuda, in primo piano a sinistra, inizialmente non era stato previsto e sotto la figura affiora il disegno della veste di Gesù, o nella Resurrezione di Lazzaro, la testa dell’uomo col berretto, presumibilmente un autoritratto dello stesso Froment, ha cambiato posizione.