di Luca Baldazzi
Da domani 17 febbraio e fino 23 giugno, la Galleria Cardi di Milano, in collaborazione con Corice Arman e l’Arman Marital Trust, ospita la mostra “Arman: Emersions”, composta da tredici opere della serie ideata tra il 1998 e il 1999 dall’artista francese naturalizzato americano.
Le Emersions segnano per Arman un nuovo rapporto tra la pittura, che pratica fin da ragazzo a Nizza, e l’oggetto, al quale dirige la sua attenzione dalla mostra Allure d’objets (Galerie Saint Germain, Paris, 1960) in poi.
Emersione, opposta a immersione, è l’atto di emergere, di uscire da un ambiente liquido e apparire in superficie, mostrandosi e manifestandosi; i frammenti oggettuali sembrano affiorare dal fondo organico dopo un naufragio al quale hanno resistito. Come ha dichiarato Arman al tempo della loro ideazione, “molti lavori di questa serie fanno pensare a disastri naturali, come colate laviche o fiumi di fango. Ma un manufatto si trova annegato in esso, come se fosse sbagliato per l’essere umano opporsi alla natura”.
Questi “Senza titolo” traggono ispirazione dalla visione di un panorama umano contaminato, in quanto coperto di petrolio, inquinamento o fango. L’effetto “minerale” che la superficie degli oggetti mostra, deriva dalla patina metallica applicata a sedie e biciclette, ventilatori e annaffiatoi, etc., mentre l’impressione di omogeneità cromatica è data dalla pittura acrilica che Arman utilizza come rivestimento o “collante”.
La serie è stata esposta un’unica volta alla Galerie Piltzer, Parigi, 1999, accompagnata dalla pubblicazione di un volume in edizione limitata dove veniva definita “Nec Mergitur”, in riferimento al motto di Parigi “Fluctuat nec Mergitur”, letteralmente: fluttua, ma non si inabissa.
La mostra è accompagnata da un libro con testi di Arman e Marcelin Pleynet, un’intervista a Corice Arman e un ricco apparato iconografico che comprende, oltre alle opere e all’artista al lavoro nel suo studio, anche le fotografie dell’allestimento a Milano.