Turismo slow nei borghi d’Italia


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L’immagine dedicata all’anno dei borghi

Oggi, 15 febbraio, con il convegno “La valorizzazione del patrimonio naturalistico, umano, culturale e artistico dei Borghi Italiani” tenutosi a Castel Sant’Angelo a Roma, il Ministro Dario Franceschini ha ufficialmente inaugurato l’Anno dei Borghi e ha preannunciato la realizzazione, nel prossimo mese di maggio, degli Stati generali dei borghi. Si legge nel comunicato: “In linea con il Piano Strategico del Turismo 2017-2022, la valorizzazione dei borghi punta infatti ad offrire un’esperienza turistica “slow”, più sostenibile e autentica, allo stesso tempo lontana e complementare rispetto a quella delle località universalmente note.”

Si intuisce tra le righe che anche questo progetto è dettato dall’emergenza causata dagli eventi sismici e climatici del centro Italia degli ultimi mesi e ci si propone la ricostruzione e i restauri, laddove sono possibili, sia per non interrompere il flusso turistico e, anzi, amplificarlo e sia per creare lavoro ed economia, soprattutto per i giovani nei diversi settori lavorativi.

Lo riteniamo un altro passo verso la comprensione del nostro patrimonio umano, oltre che storico-architettonico-artistico e verso la capacità di far fruttare le straordinarie risorse italiane.

Ci sembra il caso di chiamare finalmente le cose con il loro nome, dunque non più “spese”, ma “investimenti” e l’Italia da vedere, da fruire può diventare davvero una macchina produttiva straordinaria, di eccellenza e di bellezza, di capacità di conservazione e di continuità della storia.

L’Italia come Museo dinamico, capace di offrire cultura di ogni epoca e attuale volta verso il futuro, partecipativa, esemplare.

Ma se gli eventi naturali hanno azzerato qualche edificio, facciamo anche serie riflessioni e, forse, alcuni cambiamenti vanno presi in considerazione. Piuttosto che rifare falsamente delle architetture che non hanno retto, delle finte facciate, si possono pensare nuove architetture, di oggi, con nuovi sistemi, nuovi design e lanciamo l’Italia verso un futuro che si rispecchi nel divenire, soprattutto tenendo conto di certi modelli di costruzione e di posizioni più sicure.

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