Antonio Catelani. Redox


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Antonio Catelani, Stannum, 2011 (dettaglio), cavo sintetico, barre di stagno

Antonio Catelani, Stannum, 2011 (dettaglio), cavo sintetico, barre di stagno

Domani, 25 ottobre, RITAURSO artopiagallery di Milano inaugura la prima mostra personale in galleria di Antonio Catelani (Firenze, 1962, vive e lavora a Berlino), a cura di Daria Filardo.

Catelani presenta in questa occasione una serie di tele appositamente realizzate per la mostra dal titolo Abwesenheiten in Preuβisch Blau (Assenze in Blu di Prussia). Il blu di Prussia è un colore altamente instabile, destinato al mutamento cromatico e all’ossidazione. Il composto chimico, denominato ferrocianuro ferrico, dà vita a un particolarissimo blu, conosciuto anche come Eisenblau (blu di ferro) che, sotto l’azione della luce solare e a contatto con la preparazione della tela, vira cromaticamente, assumendo un aspetto cangiante, e infine torna alla sua origine di materia ferrosa, letteralmente arrugginendo. Questi dipinti sono il recente sviluppo e parte integrante di un più vasto ciclo, iniziato a Berlino (dove l’artista vive e lavora dal 2007), nel quale il monocromo si riconfigura sul precario confine tra immagine e oggettivazione del piano pittorico.

Al piano superiore della galleria sarà inoltre presentata un’installazione composta da un gruppo di sculture dalla fisicità ridotta, dal titolo Stannum. Costituite da metallo (barre di stagno) e tubolare plastico, le opere realizzate nel 2011 vengono raccolte assieme ed esposte per la prima volta in questa occasione. Stannum è il nome latino dello stagno: metallo duttile, atto a legarsi e a legare e anche ottimo conduttore elettrico. La scultura che porta il nome di questo metallo ne mette in mostra le diverse peculiarità, non celandone l’intrinseca debolezza.

Scrive Daria Filardo: “Nei lavori recenti di Antonio Catelani la riflessione sulle categorie di pittura e scultura è incentrata sulla durata, sull’attenzione, sul gesto minimo che sposta l’idea di finitezza dell’opera e lo tende verso il suo punto di trasformazione. Tutto è molto instabile.

La scultura e la pittura. Il colore e la forma. Il margine del quadro e il gesto impresso dentro. La forma della scultura che cede e si accascia lasciando tracce del movimento prodotto dalla natura del materiale e dalla forza di gravità.

Le sculture presentate in mostra sono filiformi, duttili, forme spezzate come scarti o radici che si muovono cercando equilibrio. I quadri sono tele nelle quali il colore blu di Prussia non sarà sempre blu ma, ossidandosi, cambierà natura. In tutti i lavori di Catelani i riferimenti minimali vivono insieme alla natura organica e processuale, e suggeriscono un’attitudine alla concentrazione sulla materia e sulle sue relazioni simboliche e formali.

È tutto molto instabile, tutto si modifica, tutto sembra fragile per natura e da questa fragilità scaturisce un movimento, un’altra forma, uno sguardo che non può fermarsi al dato registrato perché questo nel tempo sarà un’altra opera.”

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