Piero Livio. Oggetti e immagini


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Piero Livio, Opera fotografica positivo- negativo

Piero Livio, Opera fotografica positivo- negativo

Alla Galleria Biasutti & Biasutti di Torino, dal 13 ottobre al 5 novembre è allestita una mostra dedicata a Piero Vincenzo Livio, con una selezione di oggetti, realizzati dagli anni Settanta ad oggi, parte di una produzione organizzata e catalogata. Racchiusi in ampolle e teche reali, gli oggetti sono costruiti con contributi occasionali, assemblati con fragili legature organiche di mollica, cera d’api e sottili fili di rame. Assemblaggi con una nuova identità, nati da scarti, rifiuti destinati all’oblio.

L’artista dice: “Molte volte mi sono chiesto, mi hanno chiesto perché? La risposta sicuramente nasce dalla mia infanzia, al centro del mediterraneo, in un accaldato pomeriggio d’estate, nell’ombra, la gibigiana del sole crea, in una fessura delle persiane, una lama di luce, milioni di intangibili oggetti emergono dal nulla, un polveroso universo, una ricchezza celata di differenti nature, colori, misure, tensioni, attrazioni, pulsioni; un pacato caotico vortice, un parabolico andare in cerca di pace dove pace non c’è. Un rumore inudito, il ribollir silenzioso del fiato terreno presente, impalpabile, assente, trasporta la vita, la fortuna, il destino, un granello piccino, l’intero universo che porta con sé.

Dustmuseum.org – raccolta, selezione, diffusione rifiuti – è il titolo sotto il quale dal 1970 ho raccolto gli oggetti che andavo realizzando con scarti e frammenti trovati per caso e destinati all’oblio. Gli oltre centotrenta oggetti riprodotti in questo volume sono la parte emergente di una ben più vasta collezione organizzata, curata, conservata e sistematicamente catalogata. Costruiti con contributi occasionali, assemblati con fragili legature di fili, resine, colle, cera d’api e mollica; protetti da campane, vasi, teche, ampolle sono fotografati, stabilizzati in immagini perlopiù proposte con un metaforico parallasse, di recto-verso, positivo-negativo, back-to-back.

Venere dea di perfezione e bellezza, nata dalle spume del mare fecondate dalla castrazione di un dio, con il suo sguardo seducente rammenta che nel procedere è un breve scarto di parallasse a dar misura e senso alla via (vita).

Doundoredo – Fare, disfare, rifare; primo istante, ultimo istante; accettazione e rifiuto, scrittura e ri-scrittura; cucitura, scucitura, ricucitura; costruzione, demolizione, ricostruzione; non moda ma continua ricapitolazione, nell’onnipresente idea dell’“aria libera del mare”.

La fotografia intesa come un’istantanea quasi una radiografia, stabilizza, conserva, traghetta l’oggetto in una nuova dimensione in una ideale “campana trasparente”, le opere composte da una ripresa frontale ed una da dietro, da un positivo e da un negativo inducono ad una osservazione mobile in un gioco di metaforico parallasse”.

La mostra proseguirà alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi dal 22 novembre 2017 al 22 gennaio 2018.

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