Apre oggi, a Roma, Palazzo delle Esposizioni, la 16a Quadriennale con il titolo “Altri tempi, altri miti”, dopo aver saltato il turno del 2012. Durerà fino all’8 gennaio 2017 ed è dedicata, come nello spirito della mostra stessa, alle espressioni più interessanti dell’arte contemporanea italiana dopo il Duemila. I numeri principali rispondono a 11 curatori, 99 artisti, 150 opere per offrire al visitatore un patrimonio di possibili chiavi di lettura dei nostri tempi e delle loro narrazioni, mentre i lavori spaziano da temi di attualità come il digitale, il rapporto tra città-natura e centro-periferie, il valore della democrazia a ambiti di indagine più intimistici. Molte performance, video, installazioni sonore e lavori che interagiscono con lo spettatore.
La Quadriennale di Roma è frutto di un’intesa tra Fondazione La Quadriennale di Roma e l’Azienda Speciale Palaexpo, al cui lavoro congiunto si deve la promozione e la organizzazione della manifestazione. A otto anni dall’ultima edizione del 2008, l’attuale rassegna è stata concepita in una maniera del tutto innovativa, ma con il fine di mantenere salda la sua identità istituzionale, quella di essere una mostra di ricognizione delle tendenze più significative nel panorama delle arti visive contemporanee in Italia. Invece, il budget di questa 16a Quadriennale, che corrisponde a di 2 milioni di euro, è coperto per il 50% da un finanziamento della Direzione generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Mibact, per il 50% dai due partner promotori e dagli sponsor.
I curatori e le loro sezioni, sono: Simone Ciglia e Luigia Lonardelli, che firmano congiuntamente il loro progetto, propongono la sezione “I Would Prefer Not to / Preferirei di no – Esercizi di sottrazione nell’ultima arte italiana”; Michele D’Aurizio per la sezione “Ehi, voi”; Luigi Fassi con “La democrazia in America”; Simone Frangi presenta “Orestiade italiana”; Luca Lo Pinto cura “A occhi chiusi, gli occhi sono straordinariamente aperti”; Matteo Lucchetti per “De Rerum Rurale”; Marta Papini cura “Lo stato delle cose”; Cristiana Perrella cura “La seconda volta”; Domenico Quaranta presenta “Cyphoria”; Denis Viva cura “Periferiche”.
L’insieme dei progetti conta la presenza di circa 100 artisti partecipanti, con opere di carattere diverso e un nutrito calendario di eventi.
Oltre a questa pluralità di voci e di sguardi sulla scena dell’arte italiana emersa dopo il Duemila, la novità della 16a Quadriennale d’Arte consiste nel concepirne ideazione e sviluppi attraverso una sorta di work in progress nel corso del quale soggetti diversi sono chiamati a collaborare e a confrontarsi.
La Quadriennale di Roma, istituzione nazionale che ha il compito di promuovere l’arte contemporanea italiana con sede a Villa Carpegna, è oggi una fondazione partecipata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio. Essa nasce nel 1927 come esposizione periodica e viene istituita come ente a partire dal 1937, mentre il suo nome è legato all’Esposizione Quadriennale d’Arte, la rassegna che ogni quattro anni documenta i diversi orientamenti delle arti visive del momento.