Mindful hands. I capolavori miniati della Fondazione Giorgio Cini


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Maestro Olivetano, iniziale ritagliata da Graduale temporale con celebrazione del Corpus Domini o Comunione degli Apostoli in iniziale C (1439)

Maestro Olivetano, iniziale ritagliata da Graduale temporale con celebrazione del Corpus Domini o Comunione degli Apostoli in iniziale C (1439)

Nel 1962 il conte Vittorio Cini donò alla Fondazione omonima la sua collezione di miniature composta da 236 tra pagine e iniziali miniate. Da domani e fino all’8 gennaio 2017, circa la metà di questa collezione viene esposta al pubblico nella sede stessa della Fondazione a Venezia, Isola di San Giorgio, arricchita da una sezione con installazioni e riproduzioni multimediali curate dall’atelier Factum Arte di Adam Lowe.

Viene esposta una selezione di oltre 120 delle miniature più significative e importanti della collezione, e un nucleo scelto di pregevoli codici miniati. Curatori scientifici del progetto sono Federica Toniolo, docente di Storia della Miniatura all’Università degli Studi di Padova, Massimo Medica, direttore del Museo Civico Medievale di Bologna, e Alessandro Martoni, Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, che hanno curato anche la catalogazione scientifica dell’intera raccolta.

Questa collezione rappresenta una delle più importanti raccolte al mondo nel suo genere, formata da pagine e iniziali miniate ritagliate, per lo più provenienti da libri liturgici (graduali e antifonari), paragonabile sia per tipologia che per qualità a collezioni come la Wildenstein custodita al Musée Marmottan di Parigi o quella di Robert Owen Lehman Senior, fino a pochi anni depositata al Metropolitan Museum di New York. La collezione Cini è rappresentativa delle principali scuole italiane di miniatura e raccoglie le creazioni di alcuni dei più importanti miniatori attivi tra XII e XVI secolo.

L’esposizione è allestita in un suggestivo percorso creato ad hoc per gli spazi delle Sale del Convitto dallo Studio Michele De Lucchi, capace di avvicinare anche il visitatore non specialistico. La mostra è inoltre l’occasione per raccontare un particolare fenomeno di collezionismo e di gusto, in cui la tipologia di pezzi è il frutto della pratica, oggi deprecabile, di smembrare le pagine dei codici e immettere sul mercato le sole parti figurate, spesso ritagliate.

Unico pezzo esposto che non appartiene alla Fondazione Giorgio Cini è il magnifico Antifonario Q della Biblioteca della basilica benedettina di San Giorgio Maggiore, generosamente prestato: dallo stesso codice fu staccata una delle pagine oggi nella collezione Cini. Pagina e libro, esposti accanto in apertura della mostra, sono il suggello ideale di questo percorso di ricomposizione, a sottolineare come l’immagine debba sempre essere ricondotta al suo contenuto testuale.

Parte integrante della mostra è la collaborazione con l’atelier Factum Arte di Adam Lowe, esperto di tecniche digitali applicate alla conservazione, alla riproduzione e alla lettura delle opere d’arte. Supporti digitali organizzati in una vera e propria installazione artistica che valorizza e “traduce” in chiave moderna questo straordinario patrimonio e guidano il visitatore attraverso le ultime sezioni, dedicate da un lato all’analisi e alla comprensione delle tecniche di produzione del manoscritto miniato, dall’altro alla possibilità di conoscere da vicino due dei volumi più preziosi, il Martirologio di Ferrara e il piccolo ma preziosissimo Offiziolo di Ludovico il Moro, con animazioni e riproduzioni su ampia scala.

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Informazioni su Anselmo Villata

Caporedattore dell'Agenzia Stampa Verso l'Arte, Vice Presidente Internazionale dell'Associazione Internazionale dei Critici d'Arte, Docente presso la 24Ore Business School e presso la Giunti Academy, Curatore, Critico d'Arte, Saggista, Cultural manager e Cultural planner orientato alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali con un'ottica all'interdisciplinarità e alle collaborazioni internazionali.

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