di Luca Baldazzi
Il giovane Ettore Tripodi (Milano 1985) presenta 15 tempere su tavola e 40 opere su carta, quasi tutte di recente produzione e di piccolo formato alla Galleria Cannaviello di Milano, da domani e fino al 29 ottobre, nella mostra personale “Storie”.
Le immagini che propone Ettore Tripodi sono molto diverse tra loro e sono squarci sulla quotidianità; sono piccole finestre che, aprendosi, lasciano intravedere ambienti intimi che raccontano scene tratte dalla vita di tutti i giorni con luci e atmosfere evocative, ricavate attraverso l’uso di una pittura apparentemente semplice in cui i soggetti che li abitano si muovono con grande naturalezza. Accanto, sono poste altre immagini più oniriche in un alternarsi di piccoli frammenti che vanno a comporre tutti assieme una storia che è difficile ridurre a sinossi. Le tavole di legno, della dimensione massima di 33×35 cm e dello spessore di 3 cm, tagliate a 45 gradi, al primo sguardo appaiono sottili e sospese come fossero staccate dalla parete che le ospita. Sono preparate a gesso e colla di coniglio e dipinte con la tempera che, su questo supporto, prende un’opacità che ricorda molto l’affresco.
Le carte invece appartengono a periodi differenti, alcune sono studi a matita per i dipinti, altri lavori autonomi anche molto elaborati, chine e acquerelli che appartengono ad altri cicli di lavori, sempre legati tra loro da una ricchezza evocativa, piena di rimandi e citazioni.
Ettore Tripodi è tra i fondatori di “MammaFotogramma”, un gruppo di artisti che si occupa principalmente di arti applicate (video, installazioni, percorsi multimediali, architettura).