di Luca Baldazzi
Alla Casa del Mantegna di Mantova, da oggi e fino al 2 ottobre, è allestita “Anastasis”, la mostra personale dedicata ad Agostino Arrivabene (Rivolta d’Adda, CR, 1976), che si apre in contemporanea con l’inaugurazione del Festivaletteratura 2016. Curata da Alberto Mattia Martini e Gianfranco Ferlisi, è organizzata dalla Provincia di Mantova, Assessorato alle Politiche Culturali, ai Saperi e alle Identità dei territori.
Sono esposte in mostra 35 opere che ripercorrono il lavoro dell’artista cremonese dal 2010 a oggi, opere che rimandano a un tema iconografico dell’arte bizantina.
All’interno del percorso espositivo, Agostino Arrivabene dialoga con il Cristo morto, il capolavoro di Andrea Mantegna, attraverso la citazione di Carlo Fabre e Alessandra Borsetti Venier che, negli anni Novanta crearono una vera e propria sinergia sul tema, dando origine a una serie di scatti fotografici che rileggevano in chiave contemporanea il dramma della morte del Cristo.
Arrivabene, con un suo personale intervento di manipolazione delle forme fotografiche del duo Fabre-Borsetti Venier e del dipinto di Andrea Mantegna, intraprende un lavoro di deformazione dei corpi. Quello che ne risulta è un monumentale dipinto – Resurrezione – e un trittico in cui rivela le fasi metamorfiche del corpo che da carne si muta in corpo glorioso.
Altro dialogo mistico di grande suggestione avviene tra le figure del Messia, di Maria e degli ‘angeli del versamento’, ovvero le figure angeliche solcate del sangue divino, oltre a una serie di opere con richiami ai codici del Rinascimento e rimandi alle sperimentazioni più attuali. Nella rassegna, sono molteplici gli evidenti contrasti e le distanze temporali che parlano del mistero del «Sacro sangue» che, proprio a Mantova, per antica devozione, viene venerato come reliquia sacra e che Agostino Arrivabene reinterpreta nel dipinto, Ecce Homo, in cui il sangue versato rivela le arboree tumefazioni delle stigmate.
In occasione della mostra, Publipaolini di Mantova ha pubblicato un catalogo che contiene un’introduzione di Francesca Zaltieri, vicepresidente della Provincia di Mantova e i testi dei curatori.